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Per il San Paolo pronti 130mila euro

Il Comune: «Ci sono i fondi per realizzare i lavori sarà tutto ok l’8 novembre»

I lavori di queste ore non trasformeranno il San Paolo in uno stadio-gioiello ma serviranno a togliere da dosso all’impianto di Fuorigrotta la mannaia della chiusura minacciata dalla Uefa. «Conosciamo da diversi giorni le loro prescrizioni. Non abbiamo mai perso tempo. Né lo stiamo facendo adesso». L’assessore comunale Pina Tommasielli assicura, intanto, che non ci sono rischi per gli spettatori allo stadio. Guai, dunque, a parlare di operazione sicurezza. «Altrimenti io e il sindaco avremmo chiuso l’impianto senza preoccuparci delle conseguenze per il Napoli. Perché la salute delle persone viene prima di ogni altra cosa: il San Paolo è uno stadio sicuro».
Il San Paolo è alle prese con problemi cronici: appena tre mesi fa, a metà luglio, era stata la Prefettura a prescrivere urgenti lavori per la sicurezza dell’impianto. Mancavano pochi giorni all’amichevole col Bayer Leverkusen e si scoprì che mancavano il collaudo per la staticità e un sistema anti-incendio certificato. Un intervento in extremis evitò l’annullamento della partita.
Da due giorni gli operai della ditta scelta dall’amministrazione comunale e dal club sono al lavoro per la rimozione degli intonaci pericolanti e per la sistemazione dei bagni chimici. Non deve essere stato un bel report quello degli ispettori Uefa sul San Paolo. «Non abbiamo mai preso sotto gamba le loro relazioni, anche lo scorso anno per ospitare la Champions, il Comune è dovuto intervenire per sistemare le aree della struttura non in linea con le direttive europee. Noi non ci siamo mai tirati indietro e non lo stiamo facendo neanche adesso».
Le opere non sono in ritardo. Pochi giorni, assicura la responsabile allo sport della giunta de Magistris, e il Comune invierà alla Uefa le foto e la relazioni sui lavori svolti. «Sono sicurissima che la prossima gara europea al San Paolo si svolgerà regolarmente e non avremo altri ostacoli», dice ancora Tommasielli. Gli interventi di sicurezza nello stadio riguardano soprattutto la spicconatura di alcuni settori dello stadio (quello ospiti e quello destinato ai disabili) e la sistemazione di bagni che gli ispettori Uefa hanno trovato chiusi a chiave. A che punto siamo? «Buono. Ci fermiamo oggi perché c’è la partita. Ma già stasera i tifosi avranno a disposizione tutti i bagni dello stadio». I lavori – bagni chimici e intonaci – andranno ultimati entro la fine della settimana e la competenza spetta, ovvio, al Comune.
Il Napoli, secondo gli accordi, non si è accollato la spesa. «Abbiamo deciso di non far scalare la cifra di lavori da quello che è il credito che il Comune vanta nei confronti della società di De Laurentiis – spiega ancora l’assessore Tommasielli – Si spenderanno 130mila euro, al massimo saranno 140mila euro: li preleveremo noi dal fondo di riserva del Comune».
La soluzione trovata fa sì che sia direttamente il Napoli a dirigere i lavori in corso di esecuzione all’interno del San Paolo. Una corsa contro il tempo, perché altrimenti ci sarebbe il rischio di una partita in Europa League, quella con il Dnipro l’8 novembre, con una capienza ridotta. Il punto è legato più che altro all’immagine: difficile ipotizzare il tutto esaurito per la sfida con gli ucraini, ma sarebbe uno smacco enorme per il Comune e il club ricevere dall’Uefa la conferma della multa da 150mila euro e il divieto di vendita dei biglietti per alcuni settori.
Resta il problema di fondo: la necessità di intervenire sul San Paolo per migliorarlo.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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