Troppo fragile il Napoli europeo, quello delle seconde linee proprio non regge a certi livelli. Sconfitta pesante in Ucraina, come in Olanda contro il Psv. Senza i big e soprattutto senza Cavani quella azzurra diventa tutta un’altra squadra. Il Matador entra troppo tardi, segna un gol, ne sfiora altri e da solo mette paura al Dnipro. Non basta per recuperare la sfida.
Un altro esame fallito un po’ per tutti e in particolare per Vargas. Il turn over annunciato di Mazzarri non paga, come in Olanda contro il Psv. Due solo i reduci di Torino nella formazione iniziale del Napoli: Gamberini in difesa e Zuniga a centrocampo, da interno destro, inserito all’ultimo momento per il leggero infortunio capitato a Behrami nell’ultima sgambatura. Al posto dello squalificato Hamsik c’è Dzemaili, poi largo a tutti quelli che non sono stati utilizzati in campionato contro la Juve. Nel Dnipro non c’è nell’undici base la stella Kalinic, attaccante croato che piace anche agli azzurri.
Primo tentativo e il Dnipro va subito in gol. Un gol a freddo e non solo per la temperatura: poco più di un minuto e ucraini già in vantaggio. Solito difetto del Napoli, una rete presa da palla inattiva. Velenosa la traiettoria della punizione di Rotan battuta dal vertice sinistro, la palla passa tra mille gambe, nessuno libera: sotto misura Fedetskiy segna di prepotenza. Va subito sotto il Napoli e prova ad organizzarsi anche se la partita si mette subito tutta in salita. Un’altra serata maledetta in Europa, dopo quella olandese, seconda sconfitta consecutiva in trasferta.
Napoli disegnato con il 3-5-1-1, lungo possesso palla alla ricerca degli spazi sulle fasce, dove ci sono Mesto e Dossena, che brillano poco (soprattutto l’esterno mancino sotto tono come contro il Psv) o della giocata di Insigne che si muove tra le linee in appoggio a Vargas, attaccante cileno ancora una volta in evidente difficoltà, l’ennesimo esame fallito. Zuniga prova a sfondare da interno ma non ci riesce. Tiene il pallino del gioco il Napoli senza sfondare mai, il Dnipro se ne sta dietro la linea della palla e riparte con grande velocità, spinto ad ogni accelerazione dall’urlo dei trentamila del «Dnipro Arena», pienissimo come sempre in occasione delle partite europee. Gli ucraini adottano la stessa tattica usata contro gli olandesi del Psv affidandosi ai contropiedi e soprattutto fanno paura ogni volta che vanno a battere calci da fermo. Quando ci sono punizioni o calci d’angolo nell’area di rigore del Napoli si crea sempre grande apprensione e grossa difficoltà a liberare.
Al 38′ gol di testa di Insigne, annullato per fuorigioco di Fernandez: punizione lunga di Dzemali, sponda di Fernandez e il talento di Frattamaggiore segna a due passi dalla porta, tutto inutile. Il Napoli s’innervosisce. Entrata fuori tempo di Donadel e ammonizione, si accende una mischia, giallo anche a Dzemaili. E un minuto dopo incassa il secondo gol. Al 40′ raddoppia il Dnipro: altra palla velenosa a centro area, uscita incerta di Rosati, palla rimessa in mezzo e ultimo tocco vincente di Matheus.
Dopo cinque minuti della ripresa entrano Cavani e Pandev, escono lo spento Vargas e il deludente Dossena. Il Napoli passa al 3-4-3. Cavani subito pericoloso: di testa (7′ st) colpisce il palo. Arriva la reazione ma è troppo tardi. Entra anche la stella del Dnipro Kalinici, grande azione personale, conclusione sul palo. Poi Giuliano segna il terzo gol. Il Matador però non si arrende, si guadagna e realizza un rigore, impegna il portiere ucraino con un colpo di testa, sfiora il palo su punizione.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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