Il bimestre della verità è un viaggio misterioso in un pallone di cuoio in cui c’è conservato l’estasi oppure il tormento e in questo blitz prolungato che nasce nel giardino di Siena e si poi concentra a Stamford Bridge, il destino si compie praticamente senza tema di smentite. Dentro o fuori, perché la vita (adesso) è questa, in questi sessanta giorni ad altissima tensione, con scariche di adrenalina che si susseguono e partite che si accavallano, bruciando energie fisiche e nervose, lasciando battere il cuore forte e consentendo ai sogni di germogliare nel nulla oppure disintegrarsi come neve al sole. E’ già Siena, praticamente, capitolo d’introduzione ad tour de force stuzzicante e però anche stressante, il punto di partenza di un faticoso piano di (ri)avvicinamento al terzo posto, e comunque il giro di boa d’un annata che poi lascerà altre diciannove sfide di campionato.
CHE STRESS! -E allora, palla al centro all’«Artemio Franchi» per il fischio d’inizio d’un gennaio-febbraio-marzo da brividi (di piacere, di paura), con il calendario che non dà respiro e ti sballottola da un campo all’altro, poi da un aeroporto all’altro, poi da una vigilia all’altra. Domenica, ore 16.45, si chiude a Siena e già la testa del Napoli è proiettata al san Paolo, quarto di Coppa Italia, gara secca, passepartuout per la semifinale d’una manifestazione che stuzzica e non poco, d’un appuntamento che sa di rivincita da consumare tutto d’un sorso, essendo usciti ai calci di rigore per due stagioni consecutive, una volta con la Juventus e l’altra con l’Inter. Ma mercoledì sera, al novantunesimo, sarà già Marassi, prima di ritorno contro il Genoa, ancora arrabbiato per il 6-1 natalizio: che strenna, che stress!
PORZIONE ESAGONALE -Il mese più corto dell’anno per la densità di partita più corposa che si possa prevedere: a febbraio, il problema sarà orientarsi, tentar di scoprire in quale angolo dell’universo siate finiti, perché solo a rileggere gli appuntamenti c’è da perdere la testa. Stavolta, chi si ferma è perduto, e serve un computer perprogrammarsi le serate: il primo è un mercoledì ma c’è il Cesena, e alla domenica, luci a san Siro, per Milan-Napoli, che precede di 72 ore l’eventuale semifinale (l’andata) di Coppa Italia, che fa da introduzione alla quarta di ritorno con il Chievo. Per fortuna, sembra ci sia una possibilità per sgranchirsi le gambe, senza scadenze infrasettimanali.
GRAN FINALE -Però è un’illusione: il diciotto (presumibilmente, a naso, per buon senso) ci potrebbe scappare l’anticipo a Firenze e al mercoledì l’unica vera madre di tutte le partite è a Fuorigrotta ed è persino superfluo sottolineare l’antagonista. Nel blues dipinto di blues, per approdare a Stamford Bridge, c’è poi ancora da aspettare, in sequenza: l’Inter al san Paolo nell’ultima di febbraio, il Parma in casa sua, il Cagliari a Fuorigrotta che, prevedibilmente, dovrebbe essere sistemato al sabato. Londra capita mercoledì 14, marzo: messa così, sembra dietro l’angolo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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