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Per il Napoli il tricolore è ancora possibile

Il presidente de Laurentiis lapidario: "Non sono preoccupato"

Si può fare: però senza sbandierarlo in giro, raccontando (semmai) ciò che è stato sussurrato sino ad oggi, restando inchiodati sul quel motivetto ch’è piaciuto tanto ( «puntiamo sempre al massimo») : un modo elegante per dire tutto e contemporaneamente nulla, per tenersi aperta la porticina della speranza e pure quello dalla fuga delle aspirazioni (ritenute) esagerate. Niente è impossibile, men che meno sognare: e in quel calendario ch’è dinnanzi agli occhi, mandato giù a memoria, il patto di Castelvolturno prende forma in maniera sostanziale attraverso un calcolo delle possibilità fondamentalmente realistico, però da certificare sul campo: il Chievo prima e l’Atalanta poi, la sosta per rifiatare e a seguire, Torino in casa sua e Genoa al san Paolo. Marzo è pazzo e c’è bisogno di renderlo esecutivamente tale, di certificare la propria «lucida follia» sul campo, di trascinare il Napoli al di là dei limiti rispetto alla Vecchia Signora: sei punti, in realtà due partite, o anche le quattro che verranno, con vista però sull’aprile che arriverà. 

IL PIANO – La Juventus è un punticino bianco & nero che si perde nella notte d’un venerdì comunque confortante e alla ripresa, nella Castelvolturno ritemprata dal primo, autentico riposo, c’è la concreta fiducia in se stessi, c’è la percezione di potersi regalare un finale pirotecnico, c’è l’assoluta tranquillità per saltare a piè pari qualsiasi anali, lasciando alla squadra le valutazioni che Mazzarri ha pubblicamente reso nel dopo-partita: «Sono soddisfatto della prova dei ragazzi. Ci è mancato solo il gol» . Ora, però, servono le vittorie: perché poi la Champions potrà togliere qualcosa alla Juventus e pure il Milan, per le quali il Napoli (interessato) spinge. Avanti tutte e due, egoisticamente, avendo dato un’occhiatina agli impegni in calendario, avendo notato che tra un quarto e l’altro (l’andata il 2-3 aprile, il ritorno il 9-10) da augurare ad entrambe, Madame deve andare a san Siro e il «povero» Diavolo si troverebbe strozzato tra la Fiorentina, un match che potrebbe valere la semifinale e il Napoli a chiudere. 
SPINGE DE LAURENTIIS – Crederci è un dovere ed anche un piacere, però poi c’è questo mese in chiaroscuro alle spalle: neanche una sconfitta, vero, ma manco una vittoria; quattro pareggi con la Lazio e la Sampdoria, l’Udinese e la Juventus, ed una produzione offensiva risicata, attaccanti all’asciutto e soluzioni affidate in maniera estemporanea a Campagnaro e ad Inler. Ma è vietato vietarsi orizzonti onirici e l’ultima (l’ennesima?) spallata all’autostima d’una squadra che nel chiuso del proprio spogliatoio ha giurato di provarci ad oltranza l’ha fornita De Laurentiis: «Io del Napoli non sono preoccupato affatto» . Si può fare: ma sottovoce…. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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