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Per battere il Milan serve un Napoli a due facce

Incontro apertissimo, deciderà la tattica

Sfida affascinante nell’anticipo serale del sabato: il Napoli riceve un Milan ferito, che ha provato a dare segnali di ripresa ma che è scivolato ancora in casa contro la Fiorentina. Sconfitta che potrebbe tanto consegnare al Napoli un ospite “arrabbiato”, tanto rischia di demoralizzare i rossoneri e togliere loro ulteriori certezze.

Riguardo il Milan di questa stagione, ci sono due punti fermi: uno è che la rosa allestita da Galliani e guidata da Allegri quest’anno è decisamente meno competitiva rispetto agli anni precedenti; l’altro è che ciò non basta affinché il Napoli ritenga lecito abbassare la guardia e dia per scontato il risultato. In un campionato che ha generalmente perso di competitività come quello italiano, il Milan resta una delle squadre con la formazione migliore sulla carta.

MILAN, DIFESA RIMANEGGIATA – Se la Fiorentina ha espugnato San Siro, è perché ha saputo interpretare al meglio la partita, colpendo i padroni di casa al momento giusto e nei loro punti deboli. Uno di questi è la difesa: senza Nesta e Thiago Silva, Allegri fatica a trovare dei titolari affidabili. Mexes è lontano dalla sua miglior forma e con Bonera infortunato, l’altro centrale al “San Paolo” sarà forse Acerbi, non impeccabile fin qui (in alternativa Yepes). Anche le fasce sono prive dei titolari (Antonini e Abate out), sostituiti dal giovane De Sciglio e dal tutt’altro che costante Constant.

NAPOLI, TORNA ZUNIGA – Dal canto suo, il Napoli sorride per il rientro di Zuniga, che finalmente rileverà un Dossena apparso inadeguato in questa fase della stagione. Ma a una gioia si accompagna un dolore: Behrami è squalificato per somma di gialli,  grave perdita per Mazzarri, che lo rimpiazzerà con Dzemaili. Il resto è l’undici titolare, con il solo Pandev fuori per infortunio. È pronto Insigne: già prima dell’infortunio del macedone Lorenzo sembrava più in palla, la sostituzione non sarà quindi certo un handicap.
Di seguito le probabili formazioni:

ENIGMA TATTICO – Allegri, ancora in cerca di una quadratura e di una nuova identità di squadra, potrebbe provare a insistere con il 4-3-3, per mettere in difficoltà la retroguardia del Napoli, che domenica a Genova è andato in serie difficoltà contro tre punte. Davanti, inoltre, il Milan ha il potenziale migliore, dotato persino di panchinari di lusso come Pato e Boateng. In questo caso, Mazzarri dovrebbe riflettere seriamente sull’ipotesi di adattarsi all’avversario, piuttosto che modificare l’assetto in corsa per cercare rimonte disperate, che non sempre possono riuscire. L’alternativa sarebbe quella di ricorrere fin dall’inizio  al 4-3-2-1, arretrando Zuniga in difesa ed escludendo Maggio, anch’egli non in forma strepitosa. Ma il problema è l’assenza di Behrami, che sarebbe indispensabile per un centrocampo a tre con gli altri due svizzeri. In sua assenza, si potrebbe persino ricorrere ad un 4-2-3-1, lasciando Maggio a destra molto alto, con Insigne dall’altra parte e Hamsik centrale, tutti alle spalle di Cavani.

DOPPIO MODULO – Difficile però che Mazzarri faccia esperimenti proprio contro il Milan, perché dalla sua ha qualche altra arma: sfruttare il fattore campo per spingere i suoi all’attacco e approfittare di una difesa milanista tutt’altro che irresistibile. La chiave, però, sarà trovare una soluzione da opporre al forte tridente rossonero, e Mazzarri stesso ha annunciato di aver escogitato una formula. Ci sarebbe da ipotizzare che  la formazione resterà piantata sul 3-5-1-1, che in fase di contenimento potrebbe mutar forma all’occorrenza. Sarà possibile se Zuniga riuscirà ad aiutare in copertura, costruendo così una linea difensiva a quattro durante i momenti di non possesso. I rientri di Zuniga allargherebbero Campagnaro a destra, e in tal modo anche Maggio potrebbe rifiatare e giocare da ala pura. Questa soluzione “duttile” dipenderà dalla forma del colombiano sulla sinistra, e potrebbe essere una strategia più che efficace per contrastare il modulo di Allegri quando il Napoli difende, e allo stesso tempo utile a non snaturare il gioco azzurro in fase di possesso, conservando gli schemi abituali su cui la squadra è rodata.

A cura di Lorenzo Licciardi

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