Pepe il grande, uomo dalle spalle enormi, probabilmente non dimenticherà mai che per lui, il Milan, sarà sempre il ricordo di una Champions persa e un incubo di nome Pippo Inzaghi. Pesante da digerire. Impossibile, probabilmente, considerando che già disputare una finale del genere non è cosa di tutti i giorni. Beh, magari il Mondiale e i due Europei conquistati negli anni a venire con l’inarrestabile Spagna sono stati molto più di un cachet, però valutando il personaggio c’è da scommetterci che quella di oggi, per lui, non sarà una partita come le altre. Soprattutto con un Napoli che arriva a San Siro con il fregio della prima in classifica sul petto e il vento in poppa – che poi è anche un po’ un peso da gestire – di quattro vittorie consecutive. A Reina il compito di vigilare, senza mai dimenticare. Tanto per stare sul pezzo.
I PRECEDENTI – E allora, di nuovo a San Siro: per la seconda volta in carriera con una squadra di club e per la prima contro il Milan. Il precedente: Inter-Liverpool, nell’edizione 2007-2008 della Champions, vittoria per 1-0 dei Reds e porta blindata. Mica male. Malissimo, come dicevamo, andò invece la finale dell’edizione precedente della regina delle coppe continentali: 2-1 ad Atene con il Milan di Ancelotti, nel remake-rivincita-vendetta del suicidio di Istanbul di un paio d’anni prima. In Turchia c’era Rafa, non Pepe, mentre il portiere spagnolo fu il titolare degli inglesi dell’amara notte greca: doppio Inzaghi e tutti a casa.
Oggi è Pippo a stare a casa, nel senso che ormai si dedica all’insegnamento del calcio e non alla persecuzione dei portieri, mentre Reina è ancora sulla breccia. E, soprattutto, ha una voglia matta di lasciare un segno anche nella sua esperienza italiana tinta d’azzurro. Non è un mistero, infatti, che dalla Spagna lo ritengano sposo già promesso del Barcellona per la prossima stagione (al Napoli è arrivato in prestito secco): lui, madrileno come Benitez, ha cominciato proprio nel Barça la carriera e, stando ai media spagnoli e anche alle dichiarazioni di personaggi del mondo blaugrana (tipo l’ex preparatore dei portieri, Frans Hoek), il futuro sarà il ritorno al passato. Al Camp Nou. Di tempo e di cose da fare ce ne sono in abbondanza, comunque. A partire dalla grande sfida di oggi.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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