Pelé ai giorni nostri farebbe il Messi. No, non è uno dei tanti paragoni, né l’eterna diatriba su chi sia il migliore di tutti i tempi. E’ lo stesso Edson Arantes do Nascimento, che tutti conosciamo più semplicemente come Pelé, a confessare dove vorrebbe giocare se fosse in attività: “Oggi giocherei nel Barcellona, ha lo stesso stile del Santos o del Brasile dei miei tempi”. Lo ha detto in occasione di una mostra a lui dedicata: “Arte, vita, calcio”, allestita a Londra. “Se invece giocassi in Inghilterra, mi piacerebbe farlo all’Arsenal”.
VECCHIO E NUOVO CONTINENTE — “Sono stato invitato tante volte a giocare in Europa, da Real Madrid, Milan, Manchester United – racconta O Rei -ma allora il Santos era il meglio. Oggi è diverso, oggi sono gli agenti decidono dove i calciatori vanno a giocare”. Lui ha scelto il Brasile ai suoi tempi, molti connazionali ad oggi prendono invece la strada del Vecchio Continente. Con conseguenze, spiega, negative per il calcio sudamericano: “Contro la Germania è stato un disastro e la gente dimentica che, dopo aver subito sette gol, ne abbiamo presi altri tre con l’Olanda. Una vergogna. La cosa difficile è trattenere i giocatori nel proprio Paese. Oggi, su 22 giocatori, solo 5 militano in Brasile. Non hanno il tempo di crescere. La Selecao del 1970, che era la migliore, giocava assieme da due o tre anni, mentre ora i giocatori disputano un torneo, spariscono e poi tornano un anno dopo”. Non è la sola critica mossa da Pelé, che nel mirino mette anche l’atteggiamento tenuto da Diego Costa, indicandolo come cattivo esempio: “Non è un bel messaggio per i bambini. Non è stato espulso ma è stato squalificato. Ha giocato sporco e sfortunatamente cose di questo tipo accadono spesso in campo, non è un bene per il calcio”.
IL TRAP TIRAVA CALCI — E a proposito di aggressività, parla anche di quella in campo di Giovanni Trapattoni. Già, Pelé ricorda i faccia a faccia – e probabilmente qualche livido – con l’ex c.t., che da giocatore di professione faceva il difensore: “Ricordo quando giocai contro l’Italia, contro Trapattoni: non si interessava della palla, dava solo calci. Ma ho affrontato tanti ottimi difensori, quello che mi piaceva di più era Bobby Moore: era molto duro ma pulito e anche con Beckenbauer era meglio non averci a che fare”.
Fonte: gazzetta.it
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