Aurelio De Laurentiis è così contento di Cristiano Giuntoli che lo ha definito quasi un “genio”. Di sicuro parlano i risultati ottenuti a testa bassa: se gli dicono che Napoli non è Carpi, scoprono l’acqua calda. Infatti il Napoli della scorsa stagione è riuscito nella “favolosa” impresa di regalare un terzo posto che avrebbe dovuto di sicuro blindare con un paio di mesi di anticipo. Poi ci sono gli “orfanelli” di Riccardo Bigon, gli stessi che a marzo avevano sentenziato “resta qui”, alla faccia della notizia… Gli stessi che non hanno memorizzato le parole di De Laurentiis, della serie “Riccardo è un bravo ragazzo, mi ha chiesto di avvicinarsi a casa“. Sembrava una liberazione, forse non lo era, c’era, però, l’irrefrenabile desiderio di voltare pagina. Affidandosi a Giuntoli, uno che non guarda in faccia il prossimo, che non si piega ai compromessi, che non dice “signorsì”, che non baratta una mezza notizia con un titolo sui giornali. Gli “orfanelli” di Bigon sono gli stessi che brancolano nel buio, che vendono un rinnovo di Higuain che non c’è, che si arrampicano sugli specchi e finiscono giù. Respinti. Gli “orfanelli” di Bigon sono gli stessi che adesso sentenziano: ma com’è possibile che dopo un mese e mezzo Giuntoli non abbia ancora chiuso una cessione? La risposta è semplice, chiara come Higuain che non ha sottoscritto il rinnovo; Giuntoli ha trovato le macerie, stipendi altissimi, “affaroni” come Vargas acquistato in doppia cifra. De Guzman sopravvalutato, Inler costato la bellezza di 16 milioni è finito in cima alle ultime sessioni di mercato senza cavare un ragno dal buco per poi scoprire che siamo a meno undici mesi dalla scadenza. Gli “orfanelli” dovrebbero chiedersi per quale motivo Maiello sia stato regalato a 60 mila euro al Crotone senza un perché per poi essere costretti ad attivare una strategia tale da riacquistare il cartellino per quello che vale, ovvero per una cifra più vicina al milione e mezzo che al milione. Ma questo gli “orfanelli” non lo sanno. E se lo sanno fingono. E se fingono bisognerebbe pur chiedersi: dov’erano e a che gioco giocavano negli ultimi anni? Sotto il solleone di Ferragosto troveranno, forse, una risposta. Resteranno “orfanelli”, ma se ne faranno una ragione.
Fonte: alfredopedulla.com
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