Eraldo Pecci vinse lo scudetto con il Torino, stagione ’75-’76 scavalcando la Juventus con una straordinaria rimonta e finendo due punti avanti.
«Ricordo benissimo quell’annata. Eravamo a cinque lunghezze dalla Juventus, si giocava con i due punti a vittoria e quindi il nostro distacco era superiore rispetto a quello attuale tra Juve e Napoli. Ce la facemmo piazzando tre vittorie consecutive mentre i bianconeri in quella fase della stagione si bloccarono con tre sconfitte».
Quindi, il Napoli può farcela?
«Assolutamente sì. Il Napoli deve crederci: con i tre punti bastano due vittorie degli azzurri e un pareggio e una sconfitta della Juve per riavvicinarsi. Il campionato non è chiuso».
Quali sono i segreti per firmare la grande impresa?
«Le motivazioni, innanzitutto. Bisogna crederci e pensare a tutti i sacrifici fatti finora. Guai a mollare, in questo senso mi è piaciuta molto la reazione del Napoli nel secondo tempo al San Paolo contro la Juventus».
La Juventus però sembra imbattibile.
«Sicuramente è la squadra più forte ma non è imbattibile. Innanzitutto il calendario dei bianconeri non mi sembra agevole: ci sono diverse partite da temere e dovranno giocare pure il derby».
E poi?
«E poi la Champions League. Questo turno è orma superato, il ritorno contro il Celtic sarà poco più di una formalità. Ma più avanti sarà molto dura: mi riferisco ai quarti di finale e all’eventuale semifinale».
Lo scontro diretto: che idea si è fatto?
«La Juve ha fatto sicuramente meglio nel primo tempo, a questa partita è arrivata in condizioni migliori di quelle del Napoli. Gli azzurri però hanno avuto un’ottima reazione: ci hanno messo grinta e determinazione e devo dire che la partita avrebbero potuto anche vincerla».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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