La vita è tutta un quiz, vero, ma quella di un allenatore è fatta soprattutto di sfide. Fulvio Pea, 45 anni, reduce dalle esperienza con Sassuolo e Padova, ha deciso di accettarne una apparentemente impossibile: evitare alla Juve Stabia di lasciare la B conquistata tre anni fa da Piero Braglia, al quale è subentrato rivolgendogli un cortese pensiero: «Ha svolto sicuramente un grosso lavoro per questa società. Mi auguro di essere più fortunato di lui».
INGREDIENTI – Contratto fino a giugno con possibilità di rinnovo in caso di salvezza. «Mi piacciono le sfide difficili, questa è certamente appassionante ma, attraverso il nostro lavoro e l’entusiasmo, possiamo ottenere l’obiettivo. Dovremo guardare un impegno alla volta senza guardare la classifica. In questo momento penso solo alla gara di Latina. Tutto il resto, mercato compreso, viene in secondo piano» , dice prevenendo così ogni quesito riferito a un possibile rafforzamento della squadra. «Ne parleremo con la società, per ora voglio dare subito solidità alla squadra, è la prima cosa da migliorare» , aggiunge prima di incontrare la squadra alla quale dirà: «Voglio entusiasmo dai miei calciatori, non voglio vedere volti tristi, occorre essere uniti per arrivare alla salvezza».
BUGIE – Pea era in attesa di altre possibilità di lavoro, magari più importanti e meno rischiose. Offerte che in estate non gli erano mancate ma «ho avuto una situazione familiare particolare e perciò ho deciso di restare per un po’ fermo, privilegiando la mia famiglia. Per lavorare devi esserci con la testa, adesso che le cose vanno meglio, mi sento carico e pronto a ripartire». Da tempo era stato contattato dalla società stabiese, un mese fa disse che le indiscrezioni trapelate erano bugie. Per questo quando il nuovo allenatore ha svelato che «è stata una scelta improvvisa, non me l’aspettavo» qualcuno ha sorriso. E allora Pea ha ammesso di avere pure visto qualche partita della Juve Stabia che giudica così: «Una squadra che vanta una rosa di indubbio valore, il cui modo di esprimersi non può rispecchiarsi in quei soli sette punti messi assieme in classifica, tanto meno in quel gran numero di reti incassate. Nel complesso ho visto una compagine di valore ma anche molto sfortunata».
MODULO – Evita di snocciolare numeri, ammettendo però che predilige il 3-5-2 utilizzato quasi sempre con le sue squadre. Il nuovo tecnico della Juve Stabia ha ben chiaro un concesso: «La squadra ha bisogno di solidità: primo non prenderne e poi cercare di darne» , sottolinea riferendosi alle reti incassate e realizzate, spiegando ancora: «Le 29 reti al passivo non dipendono esclusivamente dalla fragilità del reparto arretrato, facile scaricare le colpe sui difensori, ma la responsabilità è di tutti perché il calcio si gioca tenendo presente bene due aspetti: la fase difensiva e quella offensiva. Dovremo lavorare su entrambi per fare le cose perbene».
STAFF – Il “secondo” del nuovo tecnico è Andrea Tarozzi, ex difensore del Bologna e della Fiorentina che ha concluso la carriera conquistando la promozione in B con il Sassuolo divenendone dapprima team manager poi stretto collaboratore di Pea. Prende il posto di Mauro Isetto, storico vice di Braglia. Arturo Gerosa è il nuovo preparatore atletico al posto di Raffaele La Penna e Francesco Capistrano, i due preparatori che hanno curato la condizione fisica dei giocatori stabiesi, apparsi spesso in affanno. Mantiene il ruolo di allenatore dei portieri lo stabile Gennaro Iezzo mentre non ci sarà più bisogno di Mario Ansaldi che aveva ricevuto il compito specifico di curare la fase difensiva: lo farà direttamente Fulvio Pea per vincere questa sfida solo apparentemente impossibile.
Fonte: Corriere dello Sport.
