Carnago. Il Pazzo adesso sorride e non zoppica più. «La gara contro il Napoli è l’ultimo treno per noi per arrivare al secondo posto. Se perdiamo diventa quasi impossibile raggiungerli». Giampaolo Pazzini, 13 gol in campionato, non gioca titolare dalla gara con il Genoa quando Portanova lo mise ko con un fallaccio che si portò dietro il suo ginocchio e una marea di polemiche.
Pazzini, domani o il Milan vince oppure?
«Non è questione di domani o di un’altra partita. Il Milan ha nel suo Dna solo la vittoria, non conosce altro risultato».
Però, quello con il Napoli è un vero spareggio?
«Loro sono protagonisti di una stagione eccezionale, a lungo sono stati la vera antagonista della Juventus nella corsa allo scudetto. Il rimpianto maggiore per gli azzurri è quello di aver perso qualche punto di troppo contro squadre come la Sampdoria e il Chievo».
Cosa la impressiona di più della supersfida contro gli azzurri?
«Noi abbiamo la consapevolezza che, superate le difficoltà delle prime otto giornate di campionato, possiamo essere competitivi contro chiunque. Anche contro questo Napoli che così tanto bene sta facendo».
Teme che ci possano essere degli strascichi per la gara con la Fiorentina?
«Quando si vince per 2-0 e si subisce una rimonta giocando in superiorità numerica, è normale che ti porti dietro ancora un po’ di amarezza. Ci è mancata la cattiveria giusta. Ma questa rabbia la scaricheremo domani sera contro il Napoli che è una squadra che rispettiamo perché da tre anni è entrata a far parte delle grandi del nostro campionato».
Ha sentito cori razzisti anche a Firenze?
«Il giudice sportivo ha preso la sua decisione…».
Le parole di Bonolis sui presunti favori al Milan: che ne pensa?
«Sinceramente da un personaggio come lui proprio non me le sarei aspettate».
Da Mazzarri ad Allegri, due toscani. Come lei.
«Forse Allegri come carattere è più toscano di Mazzarri. Ma il tecnico del Napoli è molto diverso da quello che sembra in televisione».
Due tipi differenti?
«Sono due allenatori molto preparati che hanno come caratteristica principale quella di difendere sempre la squadra quando le cose non vanno bene. E non è che tutti gli allenatori lo facciano sempre».
Lei ha conosciuto Mazzarri alla Sampdoria.
«Venivo da un momento particolare nella Fiorentina, con lui sono tornato a giocare ad alti livelli e a segnare molti gol. È un tecnico che applica un modulo molto offensivo, che punta sulla velocità dei due esterni».
Ovvero, Maggio e Zuniga adesso?
«Non li invidio. Per quanto devono correre con Mazzarri sono destinati a una carriera non proprio lunga (ride, ndr)».
Quale la chiave di Milan-Napoli: la fisicità o le qualità individuali?
«Vince la squadra che correrà di più, per l’appunto. Noi dobbiamo essere subito aggressivi e non concedere spazio ad Hamsik e Pandev».
Da attaccante, cosa la impressiona di più di Cavani?
«Se dicessi la generosità e la sua voglia di sacrificarsi per la squadra sarei un po’ banale. Dico che la sua capacità di attaccare la profondità, di trovarsi sempre al posto giusto sono doti non proprio comuni a tutti».
Merito del 3-5-2 di Mazzarri?
«Anche, ma non solo. Certo, è un sistema di gioco che esalta chi attacca anche perché è un modulo molto offensivo che porta nell’area avversaria anche quattro o cinque giocatori per volta. Però Cavani è forte, molto forte».
Le fa rabbia essere considerato l’alternativa di Balotelli?
«È una favola, questa. Io non ci sono mai rimasto male per il suo arrivo, non ho mai chiesto di andare via. Questo è il Milan, c’è bisogno di avere una rosa con grandi giocatori. Però io e Mario sono convinto che per caratteristiche tecniche possiamo tranquillamente convinvere e giocare insieme».
Beh, quindi anche con Cavani non si troverebbe male?
«Penso di sì. Ma è un problema che non mi pongo perché io sto bene al Milan».
Però in estate, Mazzarri l’ha tentata?
«Diciamo che c’è stato qualcosa e io sono stato molto contento per l’interessamento del Napoli».
Che continua, perché ogni volta che si parla di una nuova punta spunta il suo nome.
«Ora l’unica cosa che mi importa è che il Milan finisca davanti al Napoli la stagione e che riesca a conquistare il secondo posto. La Champions è cosa vitale per noi tutti».
Di fronte ci sono le due coppie d’attacco più prolifiche della A: Hamsik e il Matador contro Pazzini-El Sharaawy.
«Insieme abbiamo fatto 31 gol: Stephan è un po’ giovane e un po’ sta soffrendo il fatto di non segnare da tempo. Gli dico di stare calmo: a vent’anni il gol diventa come una malattia. Ma a 25 anni passa tutto».
Lei ha segnato al Napoli una sola volta, lo sa?
«Certo, ma fu un gol importante. Ero alla Sampdoria e a Marassi vincemmo 1-0. E grazie a quel successo conquistammo la qualificazione in Champions. Sembra quasi un segno del destino».
Ha la media più esplosiva della serie A: un gol ogni 101 minuti.
«È vero, dopo il momento difficile all’inizio tutto ha girato bene. Infortuni a parte. Sono sicuro che se continuo così la Nazionale non me la potrà negare nessuno: io voglio andare tra un anno ai Mondiali».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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