Quei salti, quegli abbracci, quelle smorfie, quelle urla, quei grovigli di corpi azzurri felici raccontano ben altro, rispetto a un secondo posto conquistato. La corsa di Cavani, gli abbracci a Mazzarri, la panchina intorno ad Hamsik e Inler, i salti sotto la curva. Non sono soltanto le foto del Dall’Ara: sono le istantanee di un gruppo di calciatori che ha messo in fila dietro di sé storiche rivali, Milan, Roma e Inter, ma soprattutto l’attesa e il tempo. Napoli batte tempo 2 a zero: 2 anni, infatti, è durata l’attesa di queste urla, di questi abbracci, di questo ritorno in Champions che, come ha detto De Laurentiis «non può che essere il luogo naturale di un club come è il Napoli».
E allora tutti eroi, anche e soprattutto Cavani pure se minaccia continuamente di voler andare via: 400 tifosi azzurri hanno atteso a Capodichino, nel cuore della notte, il ritorno della squadra per festeggiare dopo due anni l’accesso alla fase a gironi di Champions League. Cori per tutti, per Edi, Paolo Cannavaro, De Sanctis e per il tecnico Mazzarri, al quale i supporters del Napoli hanno riservato gli inviti più accorati. «Resta con noi». E poi acclamazioni per tutti gli altri.
«Chi non salta bianconero è», ha urlato per un’ora la folla di tifosi, entrata in fibrillazione quando il tabellone elettronico alle 1,48 ha annunciato l’atterraggio del volo AZ8001 con a bordo la squadra che stava arrivando da Bologna, dove poche ore prima aveva travolto la formazione di casa con un 3-0 senza appello. Zuniga, con le cuffie in testa, ha fatto appena in tempo a finire di vedere un film sull’iPad prima di salire a bordo del bus azzurro che attendeva, al solito, la squadra sulla pista di tifosi. Il primo a scendere è stato il capitano Cannavaro, poi a ruota gli altri fra cui Insigne con il cappuccio della tuta. La muraglia di tifosi si è spostata in fretta e furia sul solito varco laterale da dove le autorità aeroportuali lasciano al Napoli la possibilità di uscire indisturbati: l’autista del bus attraversa il varco creato, non senza sforzi, dal cordone di polizia. Mazzarri, osannato dai tifosi che si sono arrampicati nei posti più improbabili, è stato praticamente assalito da decine di applausi.
Signori, si balla. E sono note dolci e bellissime, quelle della musichetta da sogno. Un sogno, chiamato Champions League. Rimbombano a lungo nel bus che porta gli azzurri dallo stadio all’aeroporto di Bologna e da Capodichino al San Paolo, dove la squadra ha dato appuntamento nel cuore della notte magica alle rispettive famiglie. E tutti a cantare il ritornello che a settembre ritornerà.
Scene di ordinaria e prevedibile euforia. Tutti, magazzinieri e massaggiatori, gli assistenti di Mazzarri, da Pondrelli a Papale, il vice Frustalupi e l’inseparabile braccio destro Santoro, sono stati osannati dai tifosi che hanno sfidato le ore piccole pur di tributare alla propria squadra del cuore il giusto tributo. Per il Napoli, un assaggio di festa, lunga cinque ore. Iniziata nella pancia dello stadio Dall’Ara, con De Laurentiis ad annaffiare lo spogliatoio a colpi di champagne. Non c’è nulla che riesca ad oscurare questa gioia che coinvolge tutti. I tifosi, fin dal mattino di ieri hanno preso d’assalto i botteghini online del club per ottenere il biglietto per la sfida di domenica pomeriggio al Siena. Una giornata incredibilmente speciale: potrebbe essere l’ultima con la maglia del Napoli davanti ai proprio tifosi del Matador Cavani, capace in tre anni di segnare 103 gol. E potrebbe essera anche la gara d’addio di Mazzarri, il condottiero di una armata che ha riconsegnato il Napoli all’Europa dei big. Comunque sia, Napoli-Siena rischia davvero di essere una sfida «irripetibile» nelle emozioni e nelle sensazioni.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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