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Pazza Italia: 4-3 al Giappone e semifinale conquistata

Gli azzurri vincono e si qualificano alle semifinali, alla fine è 4-3 Italia, ma che spavento

Un’ Italia operaia, sorniona, di sicuro non bella da vedere, riesce ad avere la meglio su un Giappone più tonico, ma che s’addormenta nella parte centrale e negli ultimi minuti di match e paga dazio contro una squadra con migliori individualità. La gara è praticamente subito in salita: Pirlo (stranamente sottotono per tutta la durata del match) e compagni non sembrano nella loro miglior giornata, ma il Giappone, dal canto suo, non sembra essere tanta roba.

Subito in salita- Al 20′, però, la svolta: il milanista De Sciglio schiaccia un retropassaggio volante a Buffon; Okazaki sta per intercettare il pallone quando l’estremo difensore, in scivolata, lo anticipa. Per l’arbitro Abal, e speriamo solo per lui, è rigore. Inutili le proteste, Buffon ammonito e Honda dal dischetto non sbaglia. 1-0 per la Banda Zac. I nipponici, galvanizzati dal quasi insperato vantaggio, mettono la quinta ed iniziano un possesso palla fatto di fraseggi e sovrapposizioni che mettono in seria difficoltà la spesso poco attenta difesa azzurra. E’ il minuto 33′ quando Giaccherini, in area difendere su azione d’angolo, sbaglia un rilancio, ne approfitta la mediana nipponica, che scodella un pallone in area apparentemente non irresistibile. Chiellini, però, non è preciso nella chiusura aerea e permette la voleè mancina a Kagawa: nulla da fare per Buffon e grandissima rete del fantasista dello United.

La svolta- Prandelli è furioso e studia una svolta: fuori un impalpabile Aquilani, dentro Giovinco, uno capace di creare superiorità numerica saltando l’uomo. La scelta sembra azzeccata. La formica atomica, se servita sui piedi, riesce spesso ad inventare qualcosa. A 5′ dal duplice fischio, poi, i ragazzi Prandelli si svegliano: angolo al bacio di Pirlo, testata di De Rossi, che accorcia le distanze. Sullo scadere Giaccherini sfiora addirittura il pari, ma il suo sinistro dopo un pregevole controllo si stampa sul palo alla sinistra di Kawashima. Si va negli spogliatoi sotto di una rete: sembra di rivivere l’edizione del 2009 alla seconda con l’Egitto. Prandelli, però, non ci sta e scuote i suoi, che dopo 8′ si ritrovano a condurre il match nonostante il doppio svantaggio iniziale. Prima Uchida è sfortunato a deviare la palla nella sua porta nel disperato tentativo di anticipare Balotelli, poi lo stesso Super Mario firma il 3-2 su rigore. E manco a dirlo Kawashima da un lato, pallone dall’altro. Anche in questo caso il penalty, concesso per fallo di mano di Hasebe su tiro di Giovinco, è sembrato molto generoso, ma va bene così. Gli azzurri, che nel frattempo sostituiscono anche Maggio con Abete, commettono però di lasciare troppo campo ad un Giappone a tratti davvero entusiasmante per qualità e ritmo nel possesso palla.

Orgoglio nipponico- La scelta di difendersi arriva, obiettivamente, troppo presto e così al 69′ Okazaki, punta di gran movimento, anticipa la difesa azzurra su una punizione di Endo ed insacca alle spalle del povero Buffon. Rinasce il Giappone: 3-3. Dal minuto 70 (Marchisio rileva Giaccherini)  è un monologo di Honda e compagni, che più volte sfiorano il (forse meritato) vantaggio con Honda, Okazaki (palo) e Kagawa (traversa incredibile, ma il giocatore sembra essere in fuorigioco).

Pazza Italia- La banda-Prandelli è alle strette, Balotelli fa a sportellate con l’intero quartetto del Sol Levante, ma non può, nonostante ottimi spunti, farcela da solo. Sale così in cattedra prof. Daniele De Rossi che fa il Pirlo e serve, con un rasoterra che trancia centralmente la difesa nipponica, il neoentrato Marchisio, inseritosi nello spazio. Per il centrocampista bianconero è un gioco da ragazzi servire l’accorrente Giovinco, amico del cuore e match winner con un tap-in a 3′ dalla fine. Per il furetto della Juventus è il primo gol in maglia azzurra.

Partita pazza, ma tre punti in saccoccia: si sale a quota 6, che vuol dire primato nel girone a pari merito con i padroni di casa del Brasile e qualificazione matematica alle semifinali con una giornata di anticipo. La terza di girone avrà comunque un valore più che simbolico: chi perde rischia infatti di pescare le Furie Rosse al prossimo turno. Sabato prossimo servirà un’Italia più continua. Stasera comunque c’è molto da non gettare: innanzitutto la grande coesione del gruppo e l’adattamento dello stesso al sacrificio, poi un Balotelli ed un De Rossi ancora in grande spolvero. Così così Pirlo, male De Sciglio e l’azzurro Maggio, distratto Chiellini, impalpabile Aquilani.

Qui Maggio- L’ex Doria, Vicenza e Fiorentina ha palesato ancora qualche limite nell’affrontare attivamente le due fasi nella difesa a quattro. Nel primo tempo cerca di trovare qualche spazio largo a destra ma spesso, trovato il fondo, si ritrova a pasticciare col pallone. Quando non è al 100% non è il grandissimo atleta che, ad inizio stagione, ha infuocato il San Paolo. Spettatore dalla panchina l’altro azzurro Morgan De Sanctis.

Italia-Giappone 4-3. Ecco il tabellino completo del match con i voti di IamNaples.it: 

ITALIA (4-2-3-1): Buffon 6; Maggio 5.5 (59′ Abate 6), Barzagli 6, Chiellini 5.5, De Sciglio 5; De Rossi 7, Pirlo 5, Montolivo 5.5; Aquilani 5 (30′ Giovinco 6.5), Giaccherini 6 (68′ Marchisio 6.5); Balotelli 7. All. Prandelli 6

GIAPPONE (4-2-3-1): Kawashima 6; Uchida 5.5 (73′ Sakai 6), Yoshida 6, Konno 5.5, Nagatomo 6; Hasebe 5.5 (91′ Nakamura sv), Endo 6; Maeda 6.5 (79′ Havenaar sv), Honda 7, Kagawa 6.5; Okazaki 6.5. All. Zaccheroni 6

MARCATORI: 20′ rig. Honda (G), 33′ Kagawa (G), 40′ De Rossi (I), 50′ aut. Uchida (G), 53′ rig. Balotelli (I), 69′ Okazaki (G), 87′ Giovinco (I).

AMMONITI: De Rossi (I), Buffon (I), Hasebe (G)

ARBITRO: Abal (ARG) 5.

 

A cura di Mirko Panico

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