Un’entrata “ruvida” durante un’esercitazione sul possesso palla, un urlo, la rovinosa caduta a terra e un brivido che percorre la schiena di tutti i tifosi. Ieri mattina il popolo azzurro ha vissuto dieci minuti di paura quando capitan Cannavaro ha toccato duro, sulla caviglia sinistra, Marek Hamsik. Pochi istanti prima Donadel si era dovuto fermare per un problema al ginocchio e lo staff medico del Napoli stava correndo verso la panchina dove il biondo centrocampista si era seduto dolorante quando in campo c’è stato lo scontro tra il difensore e Marechiaro. E’ stato quest’ultimo ad avere la peggio e a dover uscire zoppicando, aiutato dai sanitari. Ghiaccio, spray e qualche minuto a provare se la caviglia fosse a posto, poi in campo, con l’applauso liberatorio della tribuna che si è sciolta anche in qualche coro di incitamento. La conferma che l’infortunio non era grave anche nella seduta del pomeriggio nella quale i ritmi non sono stati elevati: Marek ha lavorato sempre con i compagni e ha riso per un buffo scivolone al momento di entrare in campo di Armero, irriso dal connazionale Zuniga. Neppure Benitez è riuscito a trattenersi prima di lavorare sul possesso palla e di far spostare i suoi uomini in palestra.
CHI PERDE… PAGA – Simpatica la formula utilizzata al mattino durante il riscaldamento con una partitella di palla a mano: la squadra che subiva gol, doveva sottoporsi a una sessione di flessioni di punizione. Il clima è diventato competitivo in breve e lo staff di Benitez ha raggiunto l’obiettivo.
PECCHIA IN BICI – Gli azzurri vanno ad allenarsi con i pulmini, ma alcuni scelgono di percorrere il chilometro di distanza presente dall’hotel al campo con la bici. Ieri per esempio l’hanno utilizzata Pecchia e altri componenti dello staff tecnico, ma anche Dossena è andato in fuga passando tra i tifosi incuriositi che lo hanno fotografato. A Sportmediaset Cannavaro ha salutato Cavani: « E’ giusto dirgli semplicemente grazie. Non bisogna dimenticare cosa ha fatto per il Napoli in questi tre anni. Ognuno è libero di intraprendere la propria strada ed Edi ha sempre onorato la maglia fin quando l’ha indossata. Il club troverà la giusta alternativa»
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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