Questa volta a rappresentarlo a Napoli c’è la figlia Allie, nata a Milano durante la campagna di Coppa America del Moro di Venezia. Paul Cayard è rimasto a San Francisco a prendersi cura dell’AC72 di Artemis che sarà impegnato nella Louis Vuitton cup. Interviene in una call conference organizzata dall’hotel Romeo quartier generale della squadra a Napoli, con tanto di palestra e Spa da 1.000 mq, terrazza dove annusare il vento prima di cominciare le regate. I debriefing del pomeriggio, i ragazzi svedesi li fanno in piscina guardando il Vesuvio.
Nostalgia?
«A Napoli sono legatissimo ma questa volta proprio non potevo essere presente. Siamo in ritardo ed abbiamo deciso di mandare a Napoli un equipaggio che per noi rappresenta il futuro. Giovani ma forti».
World Series di Napoli. Che differenze tra la scorsa edizione e questa?
«Dal punto di vista dell’entusiasmo nessuna perché i tifosi che ci sono in Italia ed a Napoli in particolare non li ho trovati da nessun’altra parte e fatevelo dire da uno che gira il mondo. Spero che anche i cittadini napoletani capiscano l’importanza di avere un’occasione del genere».
Napoli fa bene a puntare su questi eventi?
«Sicuramente sì perché sono manifestazioni che danno una prospettiva internazionale. Non capita tutti i giorni di avere svedesi, americani, britannici, cinesi tutti insieme per un evento di così grande livello. Nel nostro mondo se ne continua a parlare».
Però, voi come altri, siete venuti con la squadra B.
«Assolutamente no. Non potevamo fare scelta diversa e poi a Napoli ci sono fior di campioni».
Ha visto le spettacolari immagini della regata costiera?
«Credo che bene abbiano fatto a ideare questo tipo di competizione perché permette alle persone di guardare il più vicino possibile i catamarani e la regata nello spirito di questa formula. Ma per l’America’s cup vera e propria meglio lo specchio d’acqua aperto, è più stabile».
Formula valida anche per il futuro?
«Fosse per me sicuramente sì. Il fatto è che non penso che se vincono Luna Rossa o New Zealand si continuerà in questo modo. Secondo me si cambierà totalmente».
Che avversario è Luna Rossa?
«Forte ma non vincerà perché ha acquistato i disegni della barca da New Zealand e quindi ciò fa capire che i kiwi sono più avanti».
E se vincesse lei?
«Riconfermerei la stessa formula che mi sembra spettacolare».
Magari tornando a Napoli
«Certamente. Ci sentiamo in famiglia. Sia lo scorso anno che quest’anno siamo trattati benissimo. E poi tutte le regate a Napoli sono fantastiche. C’è il vento giusto, l’ospitalità, il cibo».
E Capri.
«Sicuramente. Appena laureata volli portare Allie in giro per l’Italia. Roma, Firenze, Napoli e Capri. Non la portai a Milano dove pure è nata e questo vi fa capire come la penso. Ricordo una sera al tramonto. Jogging in via Caracciolo. Ero con mia figlia ma non ho mai vissuto un’atmosfera romantica come quella».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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