ROMA – Anche le vie del mercato possono essere infinite. Se poi i protagonisti in campo le hanno già battute, incontrandosi, diventa più facile far convergere quelle strade. La storia in sé è bella, accattivante. Ritrovarsi è sempre un bell’andare. E poi, parliamoci chiaro, Javier Pastore è stato probabilmente la più bella intuizione di Walter Sabatini al Palermo. Uno dei suoi colpi da maestro. E rivederli vicini avrebbe anche un senso. Qualcosa che magari un giorno avverrà. A ragionarci bene, a gennaio la Roma probabilmente avrebbe bisogno con più urgenza di altro, tra centrocampo o difesa. Ma è altrettanto vero che se si deve pensare ad uno straniero, quando il campionato è già nel vivo, meglio prendere chi il nostro campionato lo conosce già e non ha bisogno di ambientarsi. Quindi Pastore, per esempio…
TELEFONO… TESO – E allora limitiamoci a fare i cronisti, mettendo per un attimo da parte ragionamenti, deduzioni, convinzioni. A maggior ragione perché la mano tesa, anzi, il … telefono teso, lo lancia il giocatore al suo ds. Niente editti, anzi, nella sostanza, la conferma di non lasciare il Psg ora. Ma su una frase in più talvolta si può costruire qualcosa. Anche più di qualcosa se un giocatore, oltre a tessere le lodi di chi lo ha portato in Italia aggiunge che lui, il ds della Roma Walter Sabatini, «può chiamarmi quando vuole» . Magari non succede, ma se chiamasse a gennaio? E poi, a dirla tutta, quella dell’argentino del Psg somiglia tanto a un invito. Ci sono frasi che è meglio dire o non dire in certi momenti. Una cosa è certa, al di là di quanto certe congiunture temporali possano rendere possibile o meno un affare: Sabatini e Pastore si ritroverebbero volentieri. E quel che è successo a “Le10sport ” , il sito su cui le frasi sono comparse, dice soprattutto che, seppur sollecitato, il passo lo fa Pastore.
EMPATIA – «Ho un rapporto speciale con lui – ha detto El Flaco parlando del ds della Roma – Recentemente l’ho sentito e mi ha consigliato di tagliarmi i capelli e l’ho ascoltato». Fermi là: questa è l’empatia, letteralmente sentire dentro , che il ds della Roma crea con i suoi gioielli, che sono poi sue intuizioni, vissute tecnicamente e non solo come tali. Sembra di vederlo Sabatini che travalica il calcio e arriva al look del suo calciatore: ma perché c’è uno strano meccanismo interiore che mescola l’aspetto all’arte (il calcio) per cui è come se un estetismo fisico si intoni meglio con un gesto tecnico, un modo di stare in campo. E Walter Sabatini è maniaco dei particolari. «Che giochi bene o male, mi può chiamare quando vuole, lo ringrazierò sempre per tutto quello che ha fatto per me» . Poi la piccola frenata, quasi la sensazione di aver portato la gamba al di là del pallone, di aver affondato un pochino troppo il tackle. «Questo non è il momento di lasciare una grande squadra com il Psg. Sono stato il primo grande acquisto, spero di essere l’ultimo ad andare via».
SCENARIO – Non è facilissimo pensare a Pastore alla Roma. Perché vanno incastrate esigenze di mercato strette, con le richieste del club francese, che difficilmente accetterebbe di pensare ad un prestito, ma semmai di monetizzare se si arrivasse a metabolizzare una cessione dell’argentino. E questo va detto considerando anche in modo chiaro e netto un fatto: la stagione del Flaco a Parigi ha messo insieme più ombre che luci. Nessun gol, nessun assist, spezzoni di gare. Insomma, Pastore felice non è. Affatto. E forse quel «può chiamarmi quando vuole» rivolto a Sabatini, sottende una richiesta di aiuto. Non resta che aspettare e vedere. La tentazione forse ci sarebbe pure a Trigoria. E magari potrà bastare uscire da una curva per ritrovarsi, inaspettatamente (ma non troppo) a Parigi.
Fonte: Corriere dello Sport
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