La sfida è lanciata. Soli, davanti alla tv muovendo un joystick per animare il Cavani di turno oppure contro un avversario, in un luogo di socializzazione dove il gol è frutto non di un movimento del pollice ma di uno dell’indice che, a seconda della forza impressa, può mandare il pallone nell’angolino alto della porta e segnare una rete degna dei protagonisti della serie A. C’è calcio e calcio e, rispetto alla playstation, il Subbuteo ha tutto un altro fascino perché l’emozione è quella di chi vive in prima persona la gioia della rete, non chi la guarda attraverso la televisione. Napoli sta al calcio da tavolo come il Real Madrid sta al calcio degli stadi con ottantamila spettatori. Due Champions League, quattro scudetti, tre coppe Italia fanno degli Eagles Napoli la squadra più titolata d’Europa e della passione all’ombra del Vesuvio una delle più importanti del mondo tanto che nell’autunno del 2013 la Champions League dovrebbe approdare al Palabarbuto.
Quattrocento giocatori e centoventi squadre daranno vita domani e dopodomani alla sesta edizione degli Internazionali di Napoli in programma al Polifunzionale di Soccavo. Sabato la gara a squadre (inizio ore 10.30), domenica quella individuale (ore 9). Rappresentata non solo tutta Italia, ma anche formazioni provenienti da Portogallo, Inghilterra, Spagna Malta. Una vera e propria cuccagna per l’amante dello sport a punta dito. Come si comincia? «Più o meno sempre allo stesso modo – racconta Massimo Bolognino, il Maradona del Subbuteo con i suoi sedici titoli mondiali all’attivo – è il papà che avvicina il figlio al gioco regalando una scatola e spesso divertendosi più del bambino. Poi se si vuole avvicinarsi a degli esperti, basta poco. A Napoli ci sono due società di calcio da tavolo. Poi Castellammare, Giugliano e Sessa Aurunca».
In città un centinaio di agonisti. Ce n’è per tutti i gusti: Under 12, 15, 19, open e veterani over 40. Napoli raccoglie messe di titoli. «I fratelli Di Vito rappresentano il nostro fiore all’occhiello – spiega Bolognino – Marco è campione del mondo, individuale e a squadre, negli under 12. Luigi è detentore del titolo italiano individuale e di quello mondiale a squadre nell’under 19. Antonio Fucci, under 15, è un’altra promessa del nostro vivaio». Napoletano anche il commissario tecnico delle giovanili azzurre: Alfredo Palmieri. «Napoli è una fucina di campioni – dice – e sta crescendo anche il numero di ragazze che si avvicinano a questa disciplina». Prossima sfida entrare nelle scuole. «È importante – spiega l’assessore allo Sport Pina Tommasielli – che queste discipline entrino in classe. Questa città è in emergenza continua per i giovani. La dispersione scolastica si può combattere con lo sport. Anche i dirigenti devono rimboccarsi le maniche per dare ai giovani motivi di interesse che li tengano a scuola e li tolgano dalla strada».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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