Claudio Pasqualin è stato presidente dell’Assoprocuratori e attualmente è presidente dell’Associazione avvocati calcio.
L’inchiesta della Procura di Napoli getta un’ombra molto lunga sull’attività degli agenti sportivi.
«Non direi, almeno per ora. Non vorrei che tutto si riconducesse ad un un’interpretazione delle norme federali che già in passato ha portato ad archiviazioni. Sarebbe, cioè, paradossale individuare condotte penalmente rilevanti per attività dei procuratori sportivi che sono solo diversamente fatturate».
In che senso?
«Se il problema è che gli agenti, per il passaggio di un loro calciatore, fatturano le parcelle ai club e non ai propri clienti, non c’è niente di penalmente rilevante: il calciatore è stato acquistato da quella società e l’agente ha lavorato affinchè ciò accadesse. Se poi è il club che ha pagato la fattura all’agente questo non è un reato ma afferisce solo ad un mancato rispetto del regolamento dei procuratori. L’agente però ha svolto il suo lavoro, ha emesso fattura, è stato regolarmente pagato, sono state pagate le tasse su quella fattura».
Tuttavia non capita sempre questo, o almeno è quello su cui indaga la Procura di Napoli.
«È evidente che se sono state gonfiate illecitamente le valutazioni dei calciatori per favorire passaggi di denaro attraverso società e procuratori siamo nelle ipotesi di gravi reati, allo stato non sono ancora emersi. Al momento i capi di imputazione che ipotizza la Procura sono pesanti rispetto a quello che avviene nella realtà».
Desta però sospetti che un agente di un calciatore venga pagato dalla società che acquista il suo giocatore.
«È una deriva della figura dell’agente che diventa mediatore, anche se poi l’attività prestata è comunque svolta nell’interesse del giocatore. È una condotta proibita dalle norme federali, ma non da quelle penali, come dimostra l’archiviazione in un caso simile di un’indagine della Procura di Torino. Il problema è un altro».
Dica pure.
«Il nostro lavoro è da sempre nell’occhio del ciclone e spesso le somme pattuite non ci vengono effettivamente corrisposte. Siamo costretti ad agire in via giudiziale perché il regolamento ci impone vincoli e lacci. Auspico per questo una riforma della figura dell’agente, che venga finalmente riconosciuto quale libero professionista. Per il resto e allo stato esprimo solidarietà ai miei colleghi».
Però il caso Piacenza potrebbe fare scuola.
«Con riferimento ai procuratori prevedo un’archiviazione anche in questo caso. Gli agenti hanno realmente portato i giocatori a Piacenza e sono stati pagati, come da prassi recente che può essere discutibile ma non è illecita, dal club e non dai calciatori, ma l’attività è esistita»
Fonte: Il Mattino.
La Redazione.
D.G.
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