I Cannavaro, ovvero una famiglia che in città viene portata ad esempio da tutti: tre figli portati al successo grazie ai sacrifici di due genitori attenti, oculati, sempre vigili, nonchè ambiziosi. Se Fabio, Paolo ed anche Renata si sono affermati nei loro rispettivi campi (nel calcio, i maschi; nel ramo farmaceutico, la femmina) lo devono proprio a Pasquale e Gelsomina (chiamata Gegè), i genitori che li hanno seguiti passo dopo passo nelle loro attività fino alla definitiva realizzazione.
Oggi i genitori Cannavaro sono indignati più dei tifosi del Napoli per quanto accaduto al loro figliolo più buono d’animo; per quello che è successo a Paolo, il più giovane dei tre, colui che aveva dovuto soffrire più del fratello e della sorella per sfondare. Squalificato per sei mesi per non aver commesso alcun reato ma solo per non aver denunciato un presunto tentativo di combine di un compagno di squadra, Gianello, che era solito far uso di megalomania, scherzare, fantasticare.
E papà Cannavaro, Pasquale, ex difensore nei campionati minori, parlando ieri a radio Crc è andato su tutte le furie :«La squalifica di Paolo? Fa male perchè si tratta di una situazione non chiara. Abbiamo l’amaro in bocca perchè mio figlio Paolo ha un grande cuore. Essere estromesso dalla squadra azzurra in una fase così delicata del campionato è molto grave. Fa male perchè le sentenze sono state sempre valevoli a fine campionato e mai a stagione in corso. Se mio figlio è condannabile, non può essere estromesso dal calcio. Bisogna intervenire sul tema giudiziario della Federazione Italiana Gioco Calcio. E’ dal 1981 che ci troviamo puntualmente di fronte a situazioni anomale e tra qualche anno ci troveremo nuovamente a parlare di calcio scommesse. Se non cambia qualcosa, ci lamenteremo sempre delle stesse cose».
Cannavaro senior racconta il disagio che sta vivendo il figlio sul piano psicologico: «Come sta Paolo? Mio figlio è un giocherellone e in questa storia non può stare certo bene. Contro il Bologna lo vedevo in campo e quasi non lo riconoscevo. Ha perso il sorriso. Il torto ricevuto è troppo grande, si tratta di un’infamia che hanno fatto a lui, a Grava ed al Napoli. Se mio figlio avrà torto, accetterà la pena ma a queste condizioni non è giusto farlo pagare».
E come già era successo in altri momenti difficili, capitati a Paolo ma anche a Fabio, Pasquale e Gelsomina Cannavaro sono ancora più vicino al loro figlio capitato in una storia così contorta. Gli fanno sentire il calore dei genitori e non smettono di incoraggiarlo: «Vedrai che alla fine la giustizia trionferà. Hai poco di cui rimproverarti e la tua coscienza, come del resto quella di Gianluca, è pulita per cui devi stare solo sereno ed aspettare che questo momento passi più in fretta possibile».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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