Ivo Romano, esperto di scommesse e match-fixing, ex consulente Uefa: “Da addetto ai lavori, ho molto apprezzato il forum organizzato dal Mattino, in particolare il dibattito sulla giustizia sportiva e la relativa riforma. È importante che se ne parli, soprattutto di questi tempi. Il calcio, un po’ a tutti i livelli, è sotto attacco da parte della criminalità, che vede lo sport più popolare al mondo come un bancomat, da cui prelevare soldi, con l’arma della corruzione. Le scommesse, autentica gallina dalle uova d’oro. E la storia recente del calcio italiano (ma non solo, naturalmente) è lì a dimostrarlo, prova tangibile di un elevato livello di inquinamento. E allora, è bene che se ne parli, in modo da partorire valide idee. Perché la guerra al malaffare è appena agli inizi, solo abbozzata, ben lungi dal raggiungere il necessario grado di efficacia.
Tre sono i punti cardine: educazione, prevenzione, controllo. E ognuno deve fare la sua parte: istituzioni e club. Partendo da un comune denominatore: la competenza. Senza quella, la battaglia è persa in partenza. Al momento, fa spesso difetto. C’è chi ha imboccato la strada giusta (la Lega Pro, prima di ogni altro), c’è chi è in ritardo sulla tabella di marcia. Poi, c’è chi ci prova, ma senza brandire l’arma decisiva: la competenza, appunto.
Si comincia una battaglia, senza conoscere il nemico né le sue strategie. Un esempio recente, restando in Campania. Aversa-Ischia, derby sotto inchiesta: titolo del Mattino, unico quotidiano a pubblicare la notizia. Non deve essere piacevole per calciatori e dirigenti ricevere la visita degli inviati della Procura federale, essere interrogati, sentirsi sospettati, chi di aver comprato (l’Aversa) e chi di aver venduto (l’Ischia) una partita. Una brutta sensazione, per un intervento peraltro ingiustificato. Ispettori della Procura inviati in seguito a una segnalazione di flussi anomali di giocate: gli scommettitori puntavano sulla vittoria dell’Aversa. Ma come possono essere ritenute anomale le scommesse contro una squadra abbandonata nei giorni precedenti da un congruo gruppo di importanti titolari? È come se l’Uefa sospettasse di Barcellona o Real Madrid, quando all’ultima giornata dei gironi di Champions League, a giochi fatti, schierano una marea di riserve e il mercato delle scommesse va contro di loro.
Tanto rumore per nulla, insomma. O, meglio, per scarsa competenza. È quella l’arma vincente, in battaglie del genere. Serve anche ai club, come arma di difesa. Perché la giustizia sportiva va in una direzione ben precisa: azzerare gli effetti della responsabilità oggettiva quando i club dimostrino di avere messo in atto azioni di autocontrollo. Sul fronte delle scommesse, educazione, prevenzione e monitoraggio. Una potente arma difensiva, dicevamo. Talvolta utile a respingere illazioni e confutare teoremi. Un altro esempio, sempre campano. Ultime tranche dell’inchiesta della Procura di Cremona: emergono sospetti su un Palermo-Napoli del 2011. La combine era (o sarebbe dovuta essere) sull’Over 2.5: almeno 3 gol in totale. Il Napoli va in vantaggio, poi subisce la rimonta. Chi legge dell’inchiesta sui giornali penserà: se due più due fa quattro, il Napoli o alcuni suoi giocatori devono per forza essere coinvolti. Quel che non sa chi fa questo ragionamento è che su quella partita non ci furono giocate anomale sull’Over. Quindi, delle due l’una: non ci fu combine o se ci fu un tentativo i calciatori rifiutarono l’offerta.
Non solo le istituzioni, quindi. Ma anche i club dovrebbero affidarsi a persone esperte e competenti in materia. In Italia, c’è chi lo ha fatto (il Novara), traendone grossi benefici in sede processuale. C’è chi non ne ha bisogno, perché ci ha pensato la Lega: un modello studiato in tutto il mondo, quello della Lega Pro, che ha affidato all’azienda specializzata Sportradar i compiti di educazione, prevenzione e controllo. Un passo che dovrebbero fare tutti i club, per il loro bene e quello del calcio in generale. Se quelli campani di Lega Pro sono già coperti, Napoli, Avellino e Juve Stabia dovrebbero rifletterci. Esperienza e competenza, per difendersi dagli attacchi criminali”
Fonte: Il Mattino.
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