A “Il Sogno Nel Cuore” in onda su Radio Crc è intervenuto l’ex arbitro Gianluca Paparesta. “Ieri ho sentito Rizzoli aprire ad alcune modifiche del protocollo Var, penso che il Var sia uno strumento molto utile, che debba intervenire più spesso. E’ questa la vera novità che mi aspetto. Sono d’accordo con Rizzoli quando dice che bisogna eliminare gli errori di valutazione dal campo quanto più è possibile. Questo si può fare soltanto se gli arbitri al Var richiamino l’attenzione del direttore di gara quando è necessario. In una gara si rischia di andare al Var sei o sette volte? Bene, l’importante è che il Var intervenga per impedire che venga presa una decisione sbagliata”. Si è parlato pure della possibilità di inserire il challenge, ovvero la chiamata dalle panchine. “Nel caso il Var intervenisse quando c’è bisogno, potrebbe anche non essere necessario introdurre questa novità, inoltre dovrebbe essere regolamentata bene, perché c’è il rischio che qualcuno la utilizzi per interrompere il gioco in maniera strumentale”. Ieri Rizzoli a Sky ha rivelato il nuovo incarico affidato a Gianluca Rocchi, ovvero il compito di tenere i rapporti tra gli arbitri e i club. “E’ una figura che mi convince, anzi, io gli darei più poteri. Mi piacerebbe che Rocchi, Rizzoli o chi per loro, parlassero dopo ogni giornata di campionato, così da spiegare ai tifosi e ai media il metro di giudizio adottato. Così si eliminerebbero tante polemiche, ma vedo che gli arbitri sono ancora restii a parlare con i giornalisti”. Sugli episodi di ieri in Napoli-Sassuolo, “penso che il Var non potesse intervenire per stabilire l’entità della trattenuta di Marlon su Osimhen, avrebbe potuto farlo per stabilire se il contatto si fosse concretizzato dentro o fuori dall’area di rigore. Per capire il Var, basta rivedere l’episodio del contatto tra Di Lorenzo e Raspadori. L’arbitro centrale l’ha potuto valutare al meglio soltanto perché la sua attenzione è stata richiamata dal Var. Dovrebbe essere sempre così”. Infine, Paparesta accende i riflettori su un’anomalia. “All’inizio di questa stagione la Can di A e B sono state riunite sotto una sola sigla, però in Cadetteria il Var non è stato introdotto ancora. Spesso, quindi, capita che un arbitro dirige una gara di A con la possibilità di essere supportato dal Var e la settimana dopo viene designato in B, dove il supporto tecnologico non c’è ancora. Così si crea confusione. Però, è anche vero che introdurre il Var anche nelle serie minori comporterebbe esborsi economici notevoli”.
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