Nascere e crescere in un quartiere simbolo del degrado, per Ciro Immobile equivale a cambiare registro alla propria vita e sentirsi un predestinato. Per i genitori del 22enne attaccante del Genoa e dell’Under 21 quella di domani sarà una giornata particolare. A Marassi arriva il Napoli e la squadra di Gigi Delneri ha assoluto bisogno di conquistare i tre punti dopo quattro sconfitte di fila.
A casa Immobile già fervono i preparativi. Papà Antonio e mamma Michela attendono con ansia il grande evento. Entrambi sono tifosi degli azzurri, ma davanti al video non avranno dubbi. «È ovvio – mette le mani avanti la signora Michela -, non sarà una scelta semplice per la nostra famiglia. Personalmente faccio il tifo per la squadra in cui gioca Ciro. Fu così quando era alla Juve, lo stesso a Pescara e ora metterò da parte la fede per il Napoli tifando Genoa».
Core ‘ngrato, ma pur sempre cuore di mamma. Quando la domenica in tv c’è Ciro, a casa Immobile si ferma tutto. «Vado avanti e indietro nel corridoio – rivela la signora Michela – grido come un’ossessa quando segna e se calcia un rigore corro a nascondermi in camera da letto per non vederlo». Poi aggiunge compiaciuta: «All’immediata vigilia di ogni partita mando un sms a Ciro. Lui l’aspetta nello spogliatoio, prima di scendere in campo. Mi risponde e a fine partita mi telefona chiedendomi come ha giocato». Papà Antonio, invece, è di poche parole. Conserva gelosamente foto e ritagli di giornale che parlano del figlio e pregusta già sensazioni e incertezze della sfida di domani. «Speriamo che sia una bella partita. Certo, la forza e la qualità del Napoli cozzano contro le attuali difficoltà del Genoa, ma il calcio è imprevedibile. Chissà che…». Già, lui di calcio se ne intende. In gioventù conosceva bene il mestiere del gol, nei 15 e più campionati disputati nelle categorie dilettantistiche ne segnava a raffica. Famiglia numerosissima quella degli Immobile: dieci fratelli, quattro dei quali calciatori e uno, Franco, che a fine anni 70 divenne presidente della locale squadra di calcio, il Savoia. Per papà Antonio, tuttavia,il confronto con il figlio Ciro non sembra reggere. «Io ero più agile e rapido, lui è bravo tecnicamente e ha una forza fisica dirompente».
Il primogenito Luigi, 26 anni, è laureato in Informatica. È in cerca di lavoro, intanto non si perde una sola partita del fratello. Sulla tribuna dello stadio «Luigi Ferraris», durante Genoa-Cagliari, l’esultanza per il gol di Ciro per poco non gli procurò guai seri ad una gamba. Precipitò nel settore sottostante e la caduta fu attutita dalla presenza degli spettatori. A maggio Ciro diventerà papà. Jessica, la ragazza conosciuta l’anno scorso a Pescara, gli regalerà il primo figlio. «Non sappiamo ancora se sarà maschio o femmina – interviene mamma Michela -, ma a casa siamo già tutti in fibrillazione. Sto già provvedendo al corredino e se sarà femmina si chiamerà Michela».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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