Ai microfoni del programma Radio Goal, sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto Paolo Rossi, campione del mondo con la Nazionale nel 1982, per promuovere il suo libro “1982: il mio mitico mondiale”. Questo quanto sottolineato da Iamnaples.it: “Sembra ieri la vittoria di quella finale, è un po’ come se il tempo si fosse fermato; d’altra parte sono passati 30 anni, il mondo è cambiato tanto, anche il calcio ma non il peggio. Forse il calcio della mia epoca era più avvicinabile, noi potevamo scambiare chiacchiere con i tifosi, andare a mangiare insieme, adesso i calciatori sono inarrivabili, ci sono uffici stampa, procuratori, forse è anche in questa la differenza. Sfida Juve-Napoli? Io credo che sia difficile decifrare la partita, penso che sarà molto equilibrata. La Juve ha fatto un Campionato grandioso, è la rivelazione dell’anno, nessuno si aspettava che potesse già vincere al primo anno di Conte. Non credo che arriverà scarica, Conte avrà saputo tenere alti gli animi e la concentrazione. Anche se dall’altra parte c’è il Napoli, che ha fatto grandi prestazioni quest’anno, ma la squadra dell’ultimo periodo sta facendo dubitare sulle proprie possibilità, anche se credo che la gara sarà molto equilibrata. Le assenze di Chiellini e Gargano? Sono entrambi elementi fondamentali per le due squadre, ma penso che mancherà più qualcosa al Napoli con l’assenza di Gargano: Mazzarri quando manca un suo giocatore importante ha difficoltà nel sostituirlo. Il mio libro? In questo lavoro ho cercato di esternare soprattutto il grande gruppo che si era creato, quell’alchimia che fu il segreto dei nostri successi. Ancora oggi mi rendo conto di quanto affetto ci sia intorno a quella squadra: io ho giocato in tanti club e sono affezionato ovviamente ad ogni luogo in cui sono stato, ma quello che ho provato con la maglia azzurra è stata la cosa più bella. In quel momento si rappresenta tutta l’Italia, si mette d’accordo tutta la tifoseria del nostro paese ed è un’emozione grandissima. Perché rifiutai Napoli? Purtroppo mi si è fatto passare per uno che ha rifiutato la maglia azzurra: io sentii all’epoca Ferlaino che mi chiese se volessi andare al Napoli, ma in quel periodo la squadra non aveva la mentalità di una squadra che voleva vincere, io avevo paura di scegliere una squadra per i miei ultimi 7-8 anni che non avrebbe vinto nulla. Mi è mancato un po’ di coraggio, non so la paura di non vincere e questo mi ha frenato. Lavezzi andrà via? Secondo me si, i segnali ci sono, poi non sono nella sua testa, non so cosa farà, ma un giocatore che si avvicina ai 28 anni, deve fare un attimo il bilancio della propria vita. Inoltre le bandiere oggi non esistono più, anche quando Del Piero andrà via, la Juve rimarrà. Non si può dire che non abbia dato il 100% per la sua maglia, io tutte le volte che l’ho visto giocare ho sempre visto un calciatore generosissimo, non lo si può criticare se decidesse di cambiare.”
La Redazione
A.T.
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