Mica era finita lì, in quelle tre nottate consumate a ricontar le pecore, perché l‘insonnia…. E no, c’erano le scorie e un pensiero, pardon un chiodo fisso, e il cielo sempre più blues, anzi grigio, anzi nerissimo per la delusione: « Eh sì l’eliminazione dalla Champions ha lasciato un po’ d’amarezza ». Prima, durante e dopo quell’ora e mezza in cui le emozioni si accavallano e trasformano una partita in una corrida, ciò che resta del Chelsea è un’ombra lunga che piomba sino al «Friuli» e che però Paolo Cannavaro scaccia via con determinazione, chiudendo un libro e riaprendone un altro: « I risultati del pomeriggio sono stati interessanti, ma questa non era una sfida fondamentale. Però…. ».
I CONTI- Alle cinque della sera, mentre la Lazio si è sciolta a Catania, il cliente scomodissimo di domenica prossima del San Paolo, si va giù d’aritmetica; e alle undici, a triplice fischio finale di Rocchi, con il 2-2 in tasca e un punto che fa classifica, diamine, e riavvicina a Edy Reja, il volto di Cannavaro ricomincia ad assumere coloriti più umani. « Adesso guardiamo avanti, dimentichiamo quello ch’è stato, perché non ha senso pensarci ad oltranza. Il terzo posto è là, dunque ». Meno uno, con l’Udinese che negli scontri diretti sta alle spalle, con la Lazio che invece è da affrontare all’Olimpico in un sabato santo di inevitabile passione: « E’ chiaro che quella sfida ha assunto un suo valore specifico ».
LA SVOLTA – Il dolce, stavolta, è nel finale, in quello scatto d’ira e d’orgoglio che manda in estasi Paolo Cannavaro, in quell’uno-due che serve per mettersi nella scia della Lazio, per farle sentire il fiato sul collo, per rimuovere soprattutto tristezza dalla tristezza, perché sarebbe stato complicato digerire la sconfitta dopo la mazzata all’umore rimediato in Inghilterra. Milan e Juventus lassù, e va bene, ma l’obiettivo dichiarato a più riprese, sostenuto durante il riscaldamento, rafforzato con quello sprint in chiusura, è la seggiola del podio che riconduce alla Champions e riconsegna alla magia di un’atmosfera che si avverte ancora nell’aria e della quale Cannavaro si lascia inebriare, con lo sguardo perso nella classifica che sorride almeno quanto lui. Udinese-Napoli vale un punto, macché di più, perché rafforza e in maniera definitiva la posizione rispetto alla rispettabile banda-Guidolin e poi perché ha il potere taumaturgico di resettare con due colpi netti la streghe di Londra e la depressione possibile per un ko determinato, eventualmente, da un calcio di rigore. C’è il Siena sull’uscio del San Paolo e la voglia matta, ora, è arricchire ulteriormente la stagione, muovendo i primi passi verso Roma e poi tentando di rimettere la colonna sonora della propria esistenza: « Il terzo posto è un traguardo che ci piace tanto ».
LA FORZA – Udinese 2, Napoli 2, mandando uno stadio in fibrillazione e scoprendo il segreto d’una squadra che condivide qualsiasi sensazione: il novantatreesimo è appena finito, quando la nuova frontiera della comunicazione si scatena attraverso Federico Fernandez, che cinguetta giulivo ed esprime la propria soddisfazione sommergendo di complimenti Cavani per la sua doppietta e ignorando la sua ennesima panchina. Il gruppo, innanzitutto: « Ragazzi siete stati grandi ed Edy straordinario ». Pure visto dalla panchina è stato chiarissimo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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