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Paolo Cannavaro: “Taglierò la cresta di Hamsik”

Il capitano azzurro: "Il nostro obiettivo è rovinare la festa alla Juventus"

Se il Napoli conquisterà la coppa, allora Paolo Cannavaro taglierà prima il ciuffone di Hamsik e poi diventerà testimonial di un nuovo prodotto dell’industria, diciamo così, del capello: «Il trapianto azzurro» . Prego? « Dunque, qualora dovessimo vincere con la Juve, prima eseguirò personalmente il taglio della cresta di Marek e poi…». Indosserà una parrucca del colore del Napoli? « Mah, più che altro per me ci vorrebbe il trapianto azzurro!». Una toccatina alla pelata e il gioco è fatto: il capitano è anche un capocomico. Non si smentisce mai.

IL RECUPERO – Comincia così, con un finale divertente in perfetto stile Cannavaro, il racconto del prologo di una giornata da brividi ai microfoni di Radio Marte. « Però la notte prima io dormirò, giuro: altrimenti in campo non mi reggerei in piedi. Sono sereno». Dunque la prima notizia è che il capitano sarà regolarmente al suo posto. Al centro della difesa. A dirigere le operazioni contro l’attacco dei campioni d’Italia: « Una squadra fortissima: inutile nasconderci, loro sono i favoriti, ma nelle sfide uniche può accadere di tutto». 

PERFEZIONE – Vero, verissimo. E chi più del Napoli può sapere come, a volte, vanno a finire certe cose. Le partite con il Chelsea sono le due facce di una medaglia chiamata gara secca: « L’appetito viene sempre mangiando e dunque credo proprio che la conquista dello scudetto non abbia placato la loro fame di vittorie. In situazioni come questa, che fanno storia a sé, una volta in campo si parte alla pari: e alla fine, vince chi gioca la partita perfetta». La regola è scritta: « Per portare a casa la Coppa Italia serve la partita perfetta». 

L’ORGOGLIO – Imperfezione, anzi un grande neo sull’orgoglio ferito degli azzurri e dei napoletani, è lo sfottò intonato a Torino con le parole e la musica di “Oj vita mia” dal popolo bianconero dopo la sconfitta del 1° aprile: « Eh, che rabbia!», sorride amaro Cannavaro. Giocatore, capitano, cittadino e napoletano verace: « Beh, nello sport certe cose ci possono stare, soprattutto se non sono offensive e scadono nel razzismo, però è ovvio che quello è il nostro inno alla gioia. La nostra canzone: faremo di tutto per riscattare quella beffa». Una bella lezione di fairplay ma anche un proposito chiaro e tondo: « Faremo di tutto per regalare una gioia a tutti i nostri tifosi, anche perché credo che saranno più numero degli juventini. La Coppa Italia viene spesso snobbata, ma poi alla fine tutti vorrebbero vincerla». 

Per il Napoli sarebbe la prima vetta di una grande scalata: « Sarebbe meraviglioso. E non perché contro c’è la Juve, che è la nostra rivale storicamente più sentita: stiamo crescendo, e crescere significa onorare tutti gli impegni. Come l’Europa League che ci aspetta nella prossima stagione».

LA SUA STORIA – Che la Juve non sia un avversario qualsiasi, però, è scritto sulla pelle azzurra. Inutile negarlo. E forse non è un caso se Cannavaro, da scugnizzo doc, spesso si sia esaltato: « Il gol del 3-3 in rovesciata, all’ultimo secondo della partita di Coppa Italia giocata all’epoca della B, fu un’emozione incredibile. Pensai: ‘Mamma mia, c’aggio cumbinat’. Che ho fatto! Però la partita più incredibile fu il 3-2 in rimonta del primo campionato di Mazzarri: erano tanti anni che non riusciamo a vincere a Torino, e tra l’altro mi aggiudicai anche il derby di famiglia con Fabio. Non lo dimenticherò mai». 

L’IDEA – Come è saggio non dimenticare anche la storia di quest’anno: il 3-3 dell’andata al San Paolo, con una rimonta al contrario dal 3-1, e il 3-0 di aprile. « Tatticamente, il nostro allenatore sa perfettamente come impostare la partita, non siamo preoccupati. A noi spetta il compito di trovare le motivazioni migliori per un’impresa». E il Pocho? Non è che il mercato lo sta disturbando? « Assolutamente no: sia lui sia noi tutti siamo concentrati solo sulla finale. Se giocherà? Non spetta a me decidere. E non vorrei essere nei panni di Mazzarri. Però una cosa la dico: se andasse via, dispiacerebbe a tutti moltissimo». Da un campione a un altro: « Del Piero è la storia della Juve. Un campione che giocherà l’ultima partita con quella maglia: spero che non si prenda l’ultima soddisfazione». Rovinargli la serata è il chiodo fisso.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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