«E’ normale?». Sì, è normale che lui, Paolo Cannavaro, il capitano-goleador, risponda così alla domanda del momento: scusi, ma il Napoli sogna lo scudetto? Non potrebbe fare altrimenti, del resto, considerando la grande rimonta andata in scena dopo la sconfitta con il Bologna al San Paolo: da quella domenica, che tra l’altro segnò anche la sua ultima partita prima della squalifica, gli azzurri hanno collezionato 16 punti, mettendo in fila cinque vittorie e un pareggio. Anzi, sei vittorie: perché quella dinanzi alla Corte federale, che ha restituito due giocatori e due punti, è stata forse quella fondamentale. Momento magico. Eccezion fatta per la Nazionale: ancora escluso. Sebbene sia tra i migliori in circolazione.
LA GIOIA – E allora, fermo immagine su un sorriso grande quanto le ambizioni della squadra di cui è sempre più leader: «Sono felice». E non potrebbe essere altrimenti, considerando quanto ha vissuto nelle ultime settimane: dall’incubo di un’ingiustizia, alla gioia ritrovata; dalle domeniche (forzate) in curva, insieme con Grava, a tifare per i suoi compagni con un cappello di lana calcato sulla fronte, alle partite vere con la maglia azzurra, la fascia al braccio sinistro e la pelata al vento. Taccuini e telecamere lo intercettano in occasione dell’incontro capitani-allenatori-arbitri di serie A, e Cannavaro non lesina parole e pensieri. «La lotta scudetto? Parliamone».
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