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Paolo Cannavaro: “Si, questo Napoli non si accontenta”

Il capitano azzurro: "Siamo un gruppo unito e le critiche non ci scalfiscono"

Ha passato la mano una sola volta, in Napoli-Udinese. Capitan Cannavaro, perno imprescindibile ed inesauribile della difesa a tre di Mazzarri, il 7 ottobre ha dovuto dare forfait contro i friulani, costretto dalla squalifica. Suo malgrado. Perché, in caso contrario, avrebbe di sicuro fatto un beneaugurante en plein, cioè dodici su dodici in campionato. Per adesso ha giocato per più di mille minuti con applicazione rinnovata, con motivazioni in crescita costante, di pari passo con la sicurezza. Sì, certo, la sua in primis, dalla quale è derivata la messa in sicurezza del l’intero reparto. Ecco una prerogativa aggiunta per il Paolo sempre più “caldo”, tanto che quella azzurra è la difesa meno battuta del campionato (assieme a Juve e Fiorentina).

EMOZIONI – E questo è indubbio sintomo di accresciuta maturità. Eccome la prova lampante. «Siamo terzi in classifica ma non ci accontentiamo» il contributo del Capitano azzurro a Radio Marte, quella ufficiale azzurra, è come sempre schietto, oculato, con messaggi di dedizione. E di affetto, come il gesto rivolto a mister Mazzarri subito dopo il terzo gol al Genoa. Suo, ma anche di Inler e Gamberini, i tre avevano scelto di esultare col tecnico che aveva la mano sul cuore, quasi a far intendere: si gioca col cuore e il cuore è forte. «L’abbraccio è stato spontaneo. C’erano state delle sofferenze, lui ci aveva spronato durante l’intervallo. E’ stato un gesto liberatorio nei confronti di una panchina che soffre anche di più. Mazzarri fa la differenza, non lascia nulla al caso e gestisce la squadra a 360 gradi. Il Napoli non molla mai, nel primo anno del mister si vedevano spesso queste rimonte. Le ultime due partite hanno generato forti emozioni, anche a rischio infarto per i tifosi». 
CONTROTENDENZA – Il Napoli inverte a “U”, a partire dal reparto arretrato (a parte l’Europa però) che non balla più tanto, anzi. «Le statistiche della difesa sono tornate buone dopo i numeri un po’ deficitari dell’anno scorso. Siamo anche molto più attenti. Ripeto, noi stiamo facendo un buon campionato, ma non ci accontentiamo. Non molleremo, anche perché la Juve ha impegni intensi, e può essere la volta buona che riusciamo a raggiungerla. Magari nelle prossime settimane…» E sul modulo aggiunge: «Adottare altri schemi, in alcune circostanze, può essere un vantaggio. Molte avversarie hanno capito come affrontarci. In passato abbiamo creato maggiori occasioni, ritengo che quest’anno siamo più cinici. Non a caso abbiamo nove punti in più rispetto alla scorsa stagione. Alcune volte al San Paolo gli avversari non hanno superato nemmeno la metà campo. Siamo migliorati anche nell’atteggiamento. L’attacco stesso contribuisce a non subire gli avversari, e noi non vogliamo più prendere gol stupidi». 

GLI ALTRI – «Gamberini? Lo conosco bene, non è una scoperta perché abbiamo giocato insieme anni fa nell’Under 21 e altre volte l’ho affrontato in campionato. Nella Fiorentina ha fatto benissimo e ha un curriculum di tutto rispetto. L’errore di Aronica? Ho cenato con lui dopo l’incidente. So che c’è rimasto male, ma i tifosi hanno capito che Totò ha dato tutto per questa maglia. E’ stato un errore tecnico, ci sono errori peggiori per un difensore. Insigne? Può diventare come me. Magari ripetere quello che ho fatto. Resterà a lungo a Napoli, magari un giorno potrà essere il mio erede. Cavani? Dopo la quaterna al Dnipro gli ho detto di portare via la bandierina anziché il pallone (ride). Edi è un fuoriclasse per quello che si vede in allenamento. E’ di una professionalità incredibile, ha voglia di segnare pure quando proviamo gli schemi. E’ un leader per quello che fa: io preferisco questi a quelli che si sbracciano in campo e mandano a quel paese i compagni». 
NAZIONALE E MILAN – «Non è un mio chiodo fisso la nazionale, e non c’è rammarico. Non la guardo di solito e lo facevo anche quando c’era Fabio. Mi appassiono alle grandi competizioni e il calcio lo guardo poco in assoluto. Le avversarie, poi, le svisceriamo con Mazzarri in t.v.». E sul Milan: «Mai abbassare la guardia. I rossoneri non sono morti, hanno tanta qualità, quindi dobbiamo stare molto attenti. Sicuramente ci sarà il pienone, il fascino è incredibile e l’adrenalina già sale. Battere il diavolo è sempre uno sfizio. Ma, devo ripetermi: noi vogliamo andare avanti pure in Europa. Vedrete che, passando il girone, la competizione diventerà molto più affascinante. Anche se tutti pensano ad un solo obiettivo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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