Il ragazzo della curva. Cuore di Napoli. Cuore di capitano. Se avesse potuto, un istante dopo la fine della partita Paolo Cannavaro avrebbe fatto una corsa in curva per cantare e saltare insieme con la sua gente. Lui, che quando gli azzurri vincevano l’ultima Coppa Italia aveva 7 anni e cominciava a muovere i primi passi seri da tifoso, il 20 maggio sarà all’Olimpico con la fascia al braccio. La notte più bella della sua vita sportiva? «Lo spero».
TORNA IL SORRISO – Canta, il capitano. Parole come musica, dalle sue labbra di giocatore, capitano, simbolo e tifoso del Napoli: « Abbiamo centrato un obiettivo molto importante. Prestigioso. Lo abbiamo inseguito e ce l’abbiamo fatta». Da Stamford Bridge al San Paolo il passo non è breve ma è comunque importante: « Questa vittoria e questa finale ci restituiscono il sorriso dopo l’amarezza di Londra: abbiamo sofferto tanto, ma questa volta possiamo festeggiare».
CHE FRENESIA – Lo stadio canta e i giocatori alzano le braccia verso il cielo. Che ieri era azzurro più che mai, sopra Napoli. Felicità e adrenalina si fondono nei cori e nei saltelli ritmati dei 55mila che fanno tremare l’arena: « Sentivamo forte e chiaro i tifosi intonare, ‘chi non salta juventino è’. Immagino che invasione e che entusiasmo all’Olimpico: non vedo l’ora di giocare la finale. Non vediamo l’ora. Siamo un gruppo unito come pochi che in campo dà tutto, fino all’ultimo istante: abbiamo fatto tanto sacrifici, meritiamo questo traguardo»,
BRIVIDI – Un traguardo che mancava da 15 anni, certo, ma anche un momento dell’era De Laurentiis e l’ennesimo tassello del mosaico-capolavoro messo insieme da Mazzarri e dai suoi. « Sono felice per noi e anche per la gente. Per questi tifosi che ci trascinano e ci incitano senza sosta: la gente ci apprezza. Apprezza e capisce che non ci tiriamo mai indietro e che in campo spendiamo fino all’ultima stilla di sudore». Emozioni e poi brividi: « Per noi napoletani, tra l’altro, questa vittoria e questa finale valgono doppio: è una partita che potrebbe finalmente regalarci un trofeo dopo tanti anni». E non solo: « La giocheremo anche con la Juventus: la nostra rivale storica. Un sapore davvero speciale. Un sapore tutto particolare».
TUTTI PRONTI – Cannavaro parla e sembra sentire il portavoce di un’intera città: « Non oso immaginare quanti tifosi verranno all’Olimpico: immagino già l’invasione di Roma: ecco, questo non sarà altro che un motivo in più per provare a vincere. Una gioia per noi e soprattutto per la nostra gente. Il connubio tra la squadra e la città è a dir poco speciale. È eccezionale: siamo un Napoli da battaglia, proprio come piace ai tifosi». Non resta che provarci, allora. «Certo: noi siamo pronti».
ORGOGLIO E CATTIVERIA – Ma non finisce qui. D’accordo la finale con la Juve, ma domenica è di nuovo campionato. E dunque, missione terzo posto: « Ci crediamo, lo vogliamo e lo inseguiremo fino alla fine. Oltre al solito impegno, però, serviranno anche orgoglio e cattiveria. È solo con questo mix che potremo coronare una rimonta fino a poco tempo fa ritenuta da tutti molto complessa».
Primo nemico, la stanchezza: « Finora abbiamo giocato ogni tre giorni, è ovvio aver accusato qualche pausa: ora, però, ci concentreremo soltanto sul campionato». O quasi. «Certo» . Rivali più accreditate? «Temo la Lazio, ma occhio anche alla Roma».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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