Cannavaro, le ha viste le foto?
«Eccome no, io ce l’ho stampata in testa. Ma ora è cominciato un anno nuovo e io mi sono imposto due cose: da tifoso del Napoli, la vittoria a Roma resterà sempre dentro di me; ma da calciatore ho il dovere di dimenticare e guardare avanti».
Due mesi per ritrovare (quasi) tutte le stesse facce.
«Il desiderio di novità nel calcio è sempre esistito, la conferma del gruppo è un segnale inequivocabile: noi siamo già forti, aggiungeteci giovani di assoluto valore. Siamo arrivati lassù perché abbiamo dei valori».
Però, senza Lavezzi…
«Perdiamo qualcosa in imprevedibilità. Il pocho s’è imposto in una città difficile come Napoli, ha stupito l’Italia. Ma…».
Ma quell’Insigne…
«Non vorrei parlarne, per non caricarlo di eccessive responsabilità. Le pressioni già provvedete voi giornalisti a mettergliele adosso. E comunque era già uno vero quando è andato via da qua, non oso pensare due anni con un allenatore che gli ha dato anche dal punto di vista fisico».
E quel Vargas?
«Ha avuto sei mesi per ambientarsi e l’ha fatto. E’ uno che vale, altrimenti il Napoli non lo avrebbe acquistato. L’anno scorso era chiuso, lui come altri, penso a Fernandez; ma entrambi potrebbero avere nuove chanches, guadagnarle, e dimostrare di che pasta sono fatti. Io che li vedo in allenamento, lo so bene».
A proposito di allenatori…
«Ha saputo immediatamente come scuoterci: si è presentato dicendoci ch’era il nuovo tecnico del Napoli. Una mossa strepitosa. Un modo singolare per evitare che ci fosse rilassamento. E poi ha ricordato che siamo tutti in gioco e dobbiamo guadagnarci il posto».
Intanto sarà 3-5-1-1…
«Un’alternativa, non un sistema fisso. E’ una variante in più».
La difesa spesso sotto accusa, un anno fa…
«Ma gli errori erano dei singoli, me compreso, non del sistema. E comunque quando si subisce un gol, gli errori eventuali sono divisi in blocco: perché la fase difensiva non è soltanto di competenza di noi tre».
C’è il rischio emorragia: Ibra e Thiago Silva sono annunciati in partenza.
«E’ un peccato perdere i pezzi migliori. Si avverte la crisi. E ora c’è maggior livellamento. Sono arrivate dalla B anche la Sampdoria e il Torino, l’equilibrio è garantito».
Sono giorni duri…
«Il lavoro paga: l’undici agosto si gioca sul serio, dopo due settimane ci sarà il campionato. Vogliamo arrivare preparati nella giusta condizione».
Disse tempo fa, vorrei la Coppa Italia: l’ha avuta.
«E ora mi piacerebbe prendermi subito la Supercoppa. Quella di Pechino non è una gara qualsiasi, c’è in palio un trofeo e ce lo giochiamo contro la Juventus, la rivale. Sarà una notte particolare. Ci stiamo già pensando».
Senza Champions ve la passerete meglio in campionato?
«Speriamo. Potrebbe essere un vantaggio, certo, ma anche l’Europa League ha un suo fascino. Penso che il mister doserà le forze, perché una gara infrasettimanale qualcosa toglierà. Il resto ce lo forniranno i tifosi, con il loro entusiasmo».
Vista l’Italia di Prandelli?
«Eccome no, ma non ho mai pensato che dovessi essere lì, nonostante la difesa sistemata come la nostra. Semmai mi faceva riflettere De Rossi centrale davanti a Buffon. Ma io non ero mai stato convocato, dunque il rammarico è stato relativo. E però ci spero sempre: certo, si punta sui giovani, però un po’ d’esperienza….».
Che soddisfazione vincere…
«Ci ho preso gusto e spero di poter continuare a provare queste sensazioni. Il campionato si sta livellando in maniera decisa; ma non faccio proclami, pure perché sono scaramantico. La nostra consistenza va mostrata in campo».
Si parla tanto di nuovi difensori…
«Ora che Nesta è partito, non vedo fenomeni in giro: c’è chi è più forte di un altro, ma non si notano differenze eclatanti».
Pensierino finale: il calcioscommesse…
«Pensierini non ne abbiamo. Siamo serenissimi, possiamo stare tranquilli. Certo, sono situazioni spiacevoli. Ma che non ci riguardano. Ci hanno dato solo un po’ fastidio».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F,
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