E’ stato il campionato che per un mese aveva temuto persino di doverlo interrompere per squalifica. Per quello Paolo Cannavaro ne parla con un filo di commozione ma con grande orgoglio. Grazie all’assoluzione piena in sede di Corte di Giustizia Federale per l’accusa di omessa denuncia relativa al caso Gianello, Cannavaro ha saltato solo quattro gare, poi è rientrato giocando sempre da protagonista, diventando il leader di una difesa che è seconda solo a quella della Juventus, trasformandosi anche in arguto suggeritore durante alcune gare. «Sì, il momento più bello della mia stagione è stato il rientro in squadra dopo quella piccola pausa», ricorda durante la conferenza stampa congiunta con il compagno Hamsik. Cannavaro rientrò a Parma il 27 gennaio ed il suo ritorno coincise con una vittoria esterna quantomai significativa. Ma il gigante della Loggetta proprio in quei giorni di disperazione capì quanto grande fosse l’affetto che i tifosi nutrono nei suoi confronti. Gli stessi che durante il campionato di serie B si lasciarono andare a qualche fischio di troppo, lo incoraggiavano per strada: « Il Napoli ha bisogno di te per tenere testa alla Juve. Sei l’anima di questa squadra, torna presto». Tutti erano sicuri della sua innocenza. Ed alla fine anche i giudici dell’ultimo grado di giudizio dovettero convenire che non esistevano gli estremi per condannarlo (sei mesi, la sentenza della Disciplinare). Ma nonostante il suo rientro, il Napoli è riuscito a tenere testa alla Juve solo fino ad un certo punto: «Il loro rendimento è stato straordinario e l’unico rammarico rimane quello. Per il resto il Napoli si è comportato benissimo. Se la Juve non avesse viaggiato a quella andatura, ora staremmo a lottare ancora per il titolo. Cosa ci manca ancora per competere per lo scudetto? Non saprei. Di sicuro tra lo scudetto e la Champions, preferisco il primo».
LA NAZIONALE – Pur essendosi uno dei centrali più completi nel panorama calcistico italiano, Paolo Cannavaro non riesce più a strappare una convocazione in Nazionale. Resterà il suo più grande cruccio ma se n’è fatto già una ragione: «Se la convocazione non arriva, posso farci ben poco. Io continuerò a dare il massimo per il Napoli ed a migliorarmi sul piano personale».
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