Sei anni fa è ricominciata la sua avventura con il Napoli. Arrivava dal Parma e dalla serie A, decise di firmare per il club di De Laurentiis, che aveva appena vinto il campionato di serie C1, e di tornare a casa. Paolo Cannavaro si sente pronto per riaprire la bacheca del club, chiusa nel ’90, quando la squadra di Maradona conquistò il secondo scudetto e la Supercoppa italiana. Sarebbe poi cominciato il declino fino al rilancio che ha avuto tra i protagonisti il difensore del Rione Loggetta. «Vogliamo vincere qualcosa di importante ed entrare nella storia», ha detto spesso il capitano, la fascia ricevuta dall’amico Francesco Montervino, uno dei primi giocatori della Napoli Soccer, la società creata dal produttore cinematografico quando rilevò il club, diventato un pezzo di carta dopo il fallimento nel 2004.
Voce ascoltata negli spogliatoi di Castelvolturno, Cannavaro è intervenuto in questi giorni per ricaricare i compagni dopo la sconfitta a Bologna, quel pesante passo falso che potrebbe aver cancellato un sogno. S’era innervosito anche lui sul prato dello stadio Dall’Ara: un colpo duro a Di Vaio e un buffetto a Rubin, l’autore del 2-0. Un break di poche ore è servito a rasserenarlo. «Giochiamoci gli ultimi 90 minuti, tutto può accadere». Il difensore la pensa come Mazzarri, non crede che sia così scontato un risultato positivo dell’Udinese a Catania, quello che cancellerebbe le residue chance del Napoli di compiere una clamorosa rimonta e assicurarsi il preliminare di Champions League.
Per darsi la carica, il capitano ha consegnato allo speaker del San Paolo, Decibel Bellini, l’abituale ”lista” delle canzoni da far ascoltare durante il riscaldamento prepartita domenica sera: da ”Stateve accorte” di Sal Da Vinci a ”Titanium” del dj David Guetta, dal napoletano all’inglese il filo comune è la voglia di non arrendersi mai. «Una caratteristica di questo gruppo, siamo riusciti a realizzare autentiche imprese», l’orgoglio di Cannavaro, capitano della squadra che è riuscita a scalare la classifica, assicurandosi tre volte la qualificazione in Europa.
Domenica Paolo riprenderà il posto al centro della difesa. A Bologna aveva giocato da centrale destro, lasciando il comando del reparto ad Aronica perché non c’erano altri difensori disponibili dopo l’infortunio di Campagnaro e la squalifica di Fernandez. Gli ultimi 90’ di campionato, poi la grande sfida contro la Juve per tentare di conquistare la quarta coppa Italia nella storia del Napoli. Le precedenti vinte nel ’62, nel ’76 e nell’87, quella conquistata pochi giorni dopo il primo scudetto. Venticinque anni di attesa. «Soltanto Pandev, Cavani e Gargano hanno vinto trofei internazionali come Champions League, coppa intercontinentale e Coppa America. Ma adesso dobbiamo concentrarci e pensare al Siena», ha detto Cannavaro.
All’Olimpico potrebbero esserci suo fratello Fabio, che alzò la Coppa del mondo al cielo di Berlino, e Maradona, il campione dei campioni. Gli assi di ieri caricano il Napoli di oggi.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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