Capitano, sì, ma solo spettatore, l’altra sera. Paolo Cannavaro le emozioni – e che emozioni! – del giovedì di coppa le ha vissute da lontano: dalla speranza dell’avvio bruciante all’incubo del crollo e della crisi, sino all’entusiasmo del successo e del riscatto. «Cava’, chi fa tre gol porta via il pallone. Tu che ne hai fatti quattro, stasera puoi portare via pure una bandierina: così ho detto a quel mostro del nostro centravanti quando, a fine gara, sono andato ad abbracciare la squadra nello spogliatoio» , racconta felice e divertito il giorno dopo il capitano azzurro a Radio Marte, voce ufficiale della società.
LA SCOSSA – Sì, perché il giorno dopo il poker servito dal Matador agli ucraini per il Napoli ha il sapore della svolta, del ricominciare lasciandosi alle spalle sconfitte, pareggi e delusioni. Ma non ditelo a Paolo Cannavaro. A lui questa storia della “svolta” non va giù. «Ma quale svolta. La vittoria in coppa non è stata una sterzata, una scossa, un punto e a capo. E sapete perché? Perché non avevamo bisogno di svoltare. Il Napoli, infatti, non era scomparso: c’era e c’è ancora. Come prima e meglio di prima. E lotterà sino alla fine, questo lo metto per iscritto». Bene. Benissimo. Il capitano si riprende i gradi, interpreta i battaglieri sentimenti della squadra, alza la voce affinché la richiesta di fiducia e di rispetto arrivi dappertutto. «Quello col Dnipro – spiega – è stato un successo importante. E adesso vogliamo trasferire quest’entusiasmo dalla coppa al campionato, rammentando a chi l’avesse dimenticato che il Napoli sta disputando un’altra grandissima stagione: siamo, infatti, terzi in campionato ed in corsa per il passaggio del turno il Europa League. E questo – aggiunge – per forza di cose e risultati è il bilancio di una squadra viva, forte, determinata a fare ancora meglio».
RAMMARICO – Già, però ultimamente? «Ultimamente – replica con piglio da capitano vero Paoluccio Cannavaro – non abbiamo raccolto i punti che avremmo meritato e per questo c’è in noi un grandissimo rammarico. Però le prestazioni della squadra non mi sono dispiaciute. Io – continua – né contro l’Atalanta né contro il Torino non ho visto andar smarrito il vecchio spirito azzurro: quello che da quattro anni a questa parte Mazzarri ci ha ficcato nella testa e nelle gambe». Certo, ma meno male che c’è Cavani. Perché alla fine del primo tempo col Dnipro non erano proprio applausi quelli venuti giù dalle gradinate dello stadio. «Erano fischi, li ho sentiti. Ma chi era in campo non li meritava, così come ha poi dimostrato nel secondo tempo. Ma non mi soffermerei troppo su quei fischi. Io, soprattutto io che sono napoletano, me li spiego con l’eterno desiderio dei tifosi di vedere sempre il Napoli vincente».
CAVANI E IL GENOA – Rialza la testa, dunque, il Napoli. E forse, chissà, va in giro anche con in tasca la foto formato santino di Cavani. Perché, caro capitano, non è proprio la stessa cosa averlo o non averlo in campo, non le pare? «Semplicemente fenomenale. Straordinario. Unico. Uno come lui, parola di vecchio difensore, meglio averlo in squadra che avversario». Già, chissà cosa stanno pensando i difensori del Genoa dopo averlo visto l’altra sera. «Questo non lo, posso immaginare, però… Comunque, la festa di coppa va messa subito alle spalle. Prendiamo tutto ciò che di buono ci ha lasciato e andiamo avanti. Andiamo a Genova, dove troveremo una squadra che pure muore dalla voglia di fare risultato. Il Genoa, lo sappiamo, ha bisogno di punti e, quindi, domenica mi aspetto una partita dura, spigolosa, complicata».
GEMELLAGGIO – Vecchi amici contro. «Proprio così: tra Napoli e Genoa, tra i tifosi del Napoli e del Genoa c’è un gemellaggio antico e tornare su quel prato mi farà certamente tornare in mente l’indimenticabile festa del ritorno in A. Ma poi, quando si comincerà a giocare, ognuno dovrà andare per la propria strada. E so bene qual è quella del Napoli: noi vogliamo riprendere in campionato il passo tenuto nelle prime sette gare». Insomma, messaggio chiaro al campionato: la caccia alla Juve – e ora pure all’Inter, si capisce – è ricominciata.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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