Ha già scritto il proprio nome nella storia del Napoli di De Laurentiis, cancellando così il ricordo del fratello Fabio. Voleva alzare un trofeo al cielo con la fascia di capitano al braccio e l’ha fatto il venti maggio scorso sollevando la Coppa Italia nello stadio “Olimpico” di Roma e ricevendo i complimenti del presidente della Repubblica, Napolitano. Cannavaro avrebbe potuto fare anche il bis a Pechino per la Supercoppa ma si sa come andò.
Dei quattri fedelissimi è quello che vanta maggiore milizia ed anche più presenze in maglia azzurra. Arrivò nell’estate del 2006 e nella sua scelta prevalse il cuore. Paolo Cannavaro s’era appena svincolato dal Parma, era richiesto in serie A ma volle fortemente ritornare a Napoli dove era cresciuto da piccolo prima di essere ceduto al Parma perché la società dell’epoca aveva bisogno di fare cassa. E’ stato tra i protagonisti della promozione in A ed ha dovuto superare momenti non facili per la diffidenza di una parte del pubblico partenopeo. Arrivò persino a scrivere una lettera aperta ai tifosi. E nel corso degli anni si è tolto non poche soddisfazioni, in Italia come all’estero, diventando una colonna della difesa di Mazzarri.
In sei campionati, il gigante della Loggetta ha collezionato 202 presenze in campionato (B ed A), 20 nelle coppe europee, 18 in coppa Italia, realizzando ben sette reti. Ora ha preso sotto la sua protezione Lorenzo Insigne ed alla Nazionale ci pensa sempre meno perché in maglia azzurra si sente più che realizzato. Il suo contratto scade nel 2015.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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