Pareggite, certo, emerge così: ma volete mettere un punto a San Siro. Quel bicchiere mezzo pieno (o mezzo vuoto?), che diventa ghiaccio sul prato del Meazza, offre sorsi di amarezza ingoiati da Paolo Cannavaro in dose massiccia: 0-0 contro i campioni d’Italia, nel gelo d’un pomeriggio d’una domenica da cani, e però, l’allegria è un dettaglio che sfila a bordo campo, tra i rimpianti che sembrano fiocchi di neve: « Poteva essere la gara della svolta, peccato ». Il capitano è uno di poche parole, ne ha vissute ormai tante di partite con questa maglia. E forse un po’ di amarezza per quel che non è stato e avrebbe potuto essere, resta al novantesimo. Dentro, sulla pelle, in classifica e nella mente. Il Napoli a San Siro sperava di fare (e ottenere) qualcosa in più.
MISTER X – E allora, avanti adagio, con le catene ai piedi, con la zavorra d’un momento-no (o un momento ni?) e la fame di vittorie alimentata ulteriormente da un digiuno che (in campionato) dura dall’otto gennaio, calza della Befana post-datata, vittoria sontuosa, bella e importante a Palermo, divorando gli avversari per un’abbuffata, l’ultima in ordine di tempo: « E’ vero, in campionato stiamo trovando qualche difficoltà, ma c’è tempo per rimontare. E comunque si poteva vincere, stavolta… ». Cartellino giallo, dunque niente Chievo lunedì prossimo: ma giovedì sera, slalomando tra la neve e il maltempo, la pioggia e il vento, a Siena ci sarà da giocare la semifinale di Coppa Italia: « Ci penso già….».
RICOMINCIA DA TRE – I conti non tornano, maledizione, perché nelle secche di questi ventotto giorni consumati ad inseguire se stesso, al Napoli restano tra le dita granelli di sabbia: quattro pareggi nelle ultime cinque partite, e però – almeno, stavolta – la seconda giornata rimanendo con la porta chiusa a tripla mandata, grazie ad un pomeriggio da leone di Aronica e ad un Cannavaro capace di andare a fare a sportellate con chiunque, persino con Ibra oppure con Robinho.
CHE OCCASIONE… – Però, con quella mezzora in superiorità numerica, con un Milan decapitato del suo fenomeno, al triplice fischio, prima di andare a sorseggiare un tè per tirarsi su, il capitano ha la tentazione di mordicchiare le sue dita infreddolite. « E’ vero che il Milan ha la forza di resistere anche in dieci uomini ed è vero che il Milan è capace di difendersi pure con uno in meno. Però, in questo periodo in cui ci girà tutto storto, stavolta si poteva imprimere una sterzata ». Della serie: l’occasione era stata servita, ma non è andata a buon fine, non utilizzata alla fine dei conti. Che anche stavolta non tornano.
OTTIMISMO & VOLONTA’ – E allora, il bello d’una domenica comunque speciale, una spazzolata sulla crisetta emersa tra il Bologna, il Siena, il Genoa e il Cesena, il Napoli risistema il proprio umore, dà un’occhiata alla classifica, osserva il quinto posto da distanza un tantino ravvicinata (ora meno cinque) e si dà una bella botta di coraggio, lasciandosi cullare dallo spot di Cannavaro, ch’è uno spot dell’ottimismo della volontà. « Le gare vanno valutate complessivamente ed il pareggio ci sta tutto, perché lo abbiamo ottenuto contro una grandissima squadra, che merita di lottare per lo scudetto. Sappiamo che ci sarà da soffrire ancora, ma eravamo preparati a tutto ciò: però la prestazione è incoraggiante. Stiamo lottando su vari fronti, ci sta qualche pausa: ma siamo convinti di poterci riscattare e le possibilità di rimontare non ci mancheranno. Il tempo è galantuomo ».
E il bicchiere è lì.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.