Anche oggi, 18 marzo, è andato in scena l’appuntamento con Casa Di Marzio. Format che vede personaggi del mondo del calcio – e non solo – intervenire in diretta Instagram sulla pagina di GianlucaDiMarzio.com. Stavolta è toccato a Paolo Cannavaro, ex difensore del Napoli e oggi collaboratore tecnico di suo fratello Fabio alla guida del Guangzhou Evergrande, in Cina.
Si è parlato di tanti argomenti. Dalla quarantena al momento del Napoli, dal passato come giocatore al presente in panchina. Iniziando però da un tema particolare: come si festeggia l’anniversario di matrimonio ai tempi del Coronavirus? A rispondere ci ha provato Paolo stesso, dato che oggi si trova in isolamento a tanti chilometri di distanza da sua moglie: “Abbiamo appena finito di parlare. Con la tecnologia si riducono le distanze, ma non basta”.
“Ho anche provato a spedire qualcosa a mia moglie, ma i tempi di consegna di questi tempi sono troppo lunghi. Mi è andata bene…” scherza Cannavaro. “L’ultima volta l’ho vista a Dubai intorno al 20 febbraio, poi abbiamo iniziato la preparazione precampionato che si è interrotta con la quarantena. Adesso sono di nuovo qui da 5-6 giorni, sono tornato da fuori perciò per precauzione devo stare a casa 14 giorni. Anche se il tampone è risultato negativo”.
L’AMORE PER NAPOLI
A Paolo arrivano tanti messaggi d’amore, soprattutto dai tifosi del Napoli: “L’affetto della mia città è sempre gradito, mi sento ancora uno di loro. Tifo Napoli e ne sono orgoglioso. Io sono sempre stato me stesso, senza mai forzare il personaggio. Della vittoria in Coppa Italia del 20 maggio 2012 ho ricordi emozionanti. Alzare un trofeo nella propria città, con la squadra che hai sempre tifato, non capita a tutti”. E anche una parentesi sui fatti dello scorso novembre, con il rifiuto del ritiro da parte dei giocatori del Napoli e le multe della società: “Io in quel caso sarei andato in ritiro e avrei fatto da mediatore, ma a caldo è normale che ci sia tensione”.
Parola di chi del Napoli è stato capitano: “Un sogno, ma anche una responsabilità. Cercavo sempre di far calare i nuovi nella mentalità azzurra. Reina mi disse che nessuno aveva mai fatto tanto per lui. Mertens lo sento spesso, ma non so dirvi se ha rinnovato. Nell’ultimo periodo non mi andava di mettere nessuno in difficoltà con delle domande. Ho parlato anche con Callejon, ma non di calcio. Insigne capitano? Il problema è la gente che si arrabbia quando le cose vanno male. Lorenzo ha stima per Napoli, è fortissimo e gli serve solo serenità”.
LA VITA IN CINA E IL RUOLO DI COLLABORATORE
Cannavaro parla poi dei rapporti con gli ex compagni arrivati Cina e della difficoltà con la lingua: “Hamsik lo sento spesso, così come Dzemaili e Lavezzi. Sono stato uno dei primi a sapere che il Pocho avesse deciso di ritirarsi. Era triste, per ora pensa solo a godersi suo figlio. Ci facciamo compagnia, anche perché il cinese è davvero complicato. Pensate che il nostro interprete è laureato in lingue orientali, vive da 13 anni in Cina con la moglie cinese ma i giocatori lo prendono ancora in giro per come parla la lingua”.
Spazio quindi allo sport, e in particolare al suo ruolo da collaboratore: “Mi sono calato in questa mentalità, è un mondo che mi piace molto. All’inizio non è stato facile stare in panchina senza poter scendere in campo. Se farò l’allenatore? Per ora mi concentro su quello che sto facendo, poi un domani vedremo. Lavorare con mio fratello è una cosa bella da certi punti di vista, ma sugli aspetti professionali ragioniamo da staff, non conta la parentela. Quando Fabio mi ha chiamato per venire, mi ha detto che sarebbe stato contento sia di avermi con lui sia di aiutarmi per un lavoro da solo in futuro. Il Guangzhou ci ha fatto contratto di 5 anni, abbiamo vinto un campionato, siamo arrivati in semifinale di Champions e c’è un progetto lungo fatto di giovani”.
IL CORONAVIRUS, TRA CINA E ITALIA
Ma l’argomento più attuale è sicuramente quello del Coronavirus, affrontato in Cina prima che in Italia: “Qui si sta combattendo un campionato, Cina contro Covid-19. Per ora siamo in vantaggio, la vittoria non è lontana. Ma in Italia questo campionato è appena iniziato. Non si può parlare di tempi, non bisogna parlare del numero di casi. Il processo è lungo, ci vorrà attenzione anche quando sarà tutto arginato. Io sto a casa perché se esco faccio male a me e agli altri. Rispettate le regole, serve responsabilità da parte dei cittadini oltre che dei governi. Qui hanno sospeso i campionati fino ai primi di maggio nonostante non ci fossero calciatori contagiati”.
Anche per Paolo c’è quindi una quarantena da affrontare: “Mi sveglio con calma e faccio le cose da domestico. Mi alleno in casa, ma il cibo me lo faccio mandare. Non sono appassionato di cucina, anche se quella napoletana mi manca. Con Fabio abitiamo di fronte, entrambi abbiamo avuto il tampone negativo e sappiamo che stiamo bene, quindi per un’oretta ci vediamo”.
In Cina ha vissuto quello che sta passando ora l’Italia. Perciò ecco il consiglio di Cannavaro: “State a casa, è la cosa più semplice. Curate l’igiene e i contatti. La corsetta al parco ve la potete fare anche tra 15 giorni o più, non sottovalutate il problema. In Cina lo hanno fatto, ma poi tutti si sono resi conto e sia i cittadini che il governo hanno fatto la loro parte”. Per concludere, da buon cuore napoletano, Paolo ha anche intonato una canzone di Gigi D’Alessio per sua moglie. E per festeggiare, anche da così lontani, il loro anniversario.
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