9 anni da calciatore nel Napoli, una vita con la maglia azzurra per un veneto doc, un’esperienza anche da allenatore nella nostra terra, sulla panchina del Casoria in C2. Ha evocato i suoi dolci ricordi ai microfoni del settimanale Casoriadue Dino Panzanato, ex difensore del Napoli superato da Paolo Cannavaro per il numero di presenze con la maglia azzurra.
Come ha avuto inizio la sua carriera calcistica?
“Iniziai nelle giovanili della Mestrina, per poi passare al Lanerossi Vicenza in Serie A. Fui acquistato dall’Inter ma vi giocai solo qualche amichevole precampionato e poi fui ceduto in prestito al Modena dove, però, fui relegato spesso in panchina. La successiva stagione l’Inter mi cedette definitivamente al Napoli nel quale vi giocai nove stagioni in serie A”
Come è nata la sua passione per il calcio?
“Ho iniziato a giocarci da piccolo, mi è piaciuto, ho continuato ad impegnarmi e mi sono trovato in serie A”
In questi 9 anni al Napoli c’è mai stato qualche episodio che ti ha lasciato l’amaro in bocca?
“In una partita Napoli-Juventus ho fatto a botte con Salvadore. A causa di quell’episodio io presi 9 domeniche di squalifica, lui 4 ma solo perché io ho preso un pugno ma ne ho dati due”
Con i compagni di squadra si è sempre trovato bene?
“Si, anche perché sono sempre stato uno che non ha mai avuto grilli per la testa. Disponibile e cordiale con tutti, mi sono sempre fatto voler bene”
Che ricordo ha del Napoli?
“Un ricordo bellissimo, mi sono trovato veramente bene. E poi per quanto io non abbia un gran nome, sono veramente soddisfatto del fatto che, dopo 4 anni con il Vicenza sempre in serie A, grazie al Napoli ho fatto altri 9 anni da titolare, concludendo la mia carriera così come desideravo. E poi pensa che ancora oggi è la mia squadra del cuore”
Cosa l’ ha spinta ad allontanarsi da questa città?
“Avevo finito la mia carriera, ero rimasto libero e sono tornato a casa. Poi a dire il vero non ci sono più tornato in quanto essendomi sposato a Napoli con mia moglie che purtroppo ora non c’è più, non ho avuto la forza e il coraggio di ritornarci… e tuttora ancora non me la sento… Adesso abito a Modena, ma ho casa a Favaro Veneto in provincia di Venezia. Ma non nego che Napoli mi manca molto e anche Casoria, una cittadina a cui sono molto affezionato in quanto nella stagione 1982-83, allenai la sua squadra che all’epoca era in Serie C2”
Ha ancora qualche sogno che vorrebbe realizzare?
“Adesso ho tanti anni (74) ma pochi sogni. Quando ero giovane, però, ne avevo tanti e stavo veramente bene. Giocavo bene, l’allenatore mi rispettava, ero sempre titolare e quindi tutto ciò che potevo sognare si era realizzato”
Cosa pensa dell’attuale Napoli?
“Il Napoli è una grandissima squadra ma ha troppi alti e bassi. Però non c’è da preoccuparsi, in quanto purtroppo, avere alti e bassi, è tipico di ogni grande famiglia”
Che cosa potresti consigliare ai giovani che praticano calcio e che vorrebbero far parte di questo mondo?
“Voglio dire loro che devono essere consapevoli che è una vita di sacrificio. Bisogna avere la fortuna di star bene, non bisogna essere sbruffoni, bisogna giocare sempre con coraggio, con forza ma purtroppo non tutti hanno queste caratteristiche. Bisogna essere uomini perché solo i veri uomini posso aspirare ad essere grandi giocatori”
Fonte: Alessia Fraiese per Casoriadue
La Redazione
C.T.
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