Non è stata la festa del Napoli, martedì notte con la Juve, ma quella di Pandev sicuramente sì. Il ritorno di Kung Fu, in un certo senso. Perché l’attaccante arrivato dall’Inter giusto sul filo della fine del mercato estivo, la Juve l’aveva stesa proprio con due colpi da maestro. Il secondo soprattutto: controllo col destro, tocco col ginocchio e sinistro in girata senza aspettare neppure che il pallone ritoccasse il prato. E, badate, con un certo signor Buffon dall’altra parte. Gran gol. Ma non è tutto. Perché in quella giocata costretta in mezzo metro, in quella beffa di classe alla povera difesa bianconera c’era pure tutta la rivincita di Pandev. Rivincita nei confronti di se stesso per essere riuscito, con voglia e sacrificio, a tornare a taglie da campione; rivincita nei confronti di chi l’aveva ormai dato per disperso dell’area di rigore.
L’ALTERNATIVA – Dall’incredibile gol mancato col Cesena alla doppietta alla signora Juve: breve ma già intensa la storia azzurra di questo giocatore che con tre mesi di ritardo si prenota per essere, finalmente, alternativa credibile ai tenori, ai baritoni e ai mezzi baritoni del Napoli. C’è un problema? Serve un sostituto? Non è più un problema. Mazzarri non deve più inventarsi niente. Cavani ha una caviglia traditrice? Tranquilli, c’è Pandev. Hamsik ha il fiato corto e le gambe mosce? Sereni, c’è sempre lui: Goran Pandev. Ora prima punta, ora seconda, ora vice Marek. Infatti, com’era logico e scontato, toccherà a lui, stasera, completare il tris d’attacco. Pandev richiamato alla partita, ma pure al sacrificio. Che vuol dire: un piede per l’attacco e l’altro, all’occorrenza, per il centrocampo.
RINATO – Torna Pandev, dunque. Torna per esaltarsi un’altra volta – spera il popolo azzurro del pallone -, ma torna anche per dimostrare che la notte con la Juve non è stata un caso ma è stata una conquista. La conquista di una condizione atletica che aveva smarrito chissà da quanto tempo e la conquista di un teatro – il San Paolo, appunto – che non l’aveva ancora visto. Capito. Apprezzato. Applaudito. Osannato addirittura. Ma dovrà ancora darsi da fare, Pandev, per convincere tutti – club compreso – che a gennaio il Napoli non ha bisogno di tornare sul mercato per cercare un attaccante. Perché lui, uscito da un fresco passato di oggetto misterioso, non vuole certo fermarsi qui, ma vuole essere considerato ad ogni effetto il quarto titolare dell’attacco. Sì, sembra rinato, Pandev. Via quella smorfia di smarrimento e di sfiducia che l’ha accompagnato dopo l’acciacco di San Siro. Ora è tutt’altro calciatore. Scalpita, chiede spazio, anche se magari parlando con se stesso non nasconde di poter guadagnare una condizione di forma ancor più rassicurante per la squadra
CONFERMA – Ma intanto, Kung Fu è tornato. E dopo la Juve, fa lo sguardo truce pure al Lecce. Perché ritrovato un ruolo da protagonista, ha ritrovato anche quel sapore del gol che da troppo tempo gli mancava. Però, sa bene Pandev, che dopo averne fatti due da vero centravanti, stasera dovrà ritagliarsi uno spazio un po’ diverso. Dovrà essere, infatti, “costruttore”, suggeritore, ma anche disposto e pronto a rincorrere pallone ed avversario. Una sorta di prova del nove. Quel che il Napoli gli chiede, infatti, è una conferma. E Pandev ha spalle larghe e carriera onorata per accettare anche questa sfida. E infatti l’accetta con lo stesso spirito guerriero con il quale, tre mesi fa, impiegò solo un quarto d’ora per dire sì al Napoli e no ad un altro pugno di allettanti offerte. Ora Pandev sa di aver visto giusto a luglio scorso. «Perché mi sembra di essere stato sempre qui» , ha detto dopo aver scoperto la passione della gente. Adesso tocca a lui non farla scappar via.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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