«Goran, che fior di professionista», «Pandev, quanta voglia di tornare in campo», dicono a Castelvolturno medici e massaggiatori. Sono tutti sorpresi dalla tenacia con cui il macedone si sta allenando per ritrovare la forma migliore. Così come rimasero sorpresi nel vederlo a Castelvolturno il giorno dopo aver risposto alla convocazione con la sua nazionale. «Goran, già qui?», gli chiesero. E lui: «Sì, sono tornato. Meglio che completi il programma di preparazione con il Napoli piuttosto che disputare un’amichevole senza significato con la Macedonia» , rispose.
Corre Pandev sui prati di Castelvolturno. E non c’è neanche bisogno di suggerirgli quando deve fermarsi. Lo intuisce da solo. «Grande professionista», ripetono i collaboratori di Mazzarri. «Sono felice di essere rientrato nel gruppo e tornato a disposizione del mister, il campo mi dà tanto. Devo ancora dimostrare il mio valore ai tifosi napoletani, spero di farlo presto. Qui si vive il calcio in maniera particolare e a me piace molto», aveva detto ai microfoni di radio Marte all’indomani di quei pochissimi minuti giocati a Monaco di Baviera.
VOGLIA DI GIOCARE – Scalpita il macedone. E’ contento di come lo staff sanitario e tecnico del Napoli lo ha assistito durante la fase di recupero. I medici della nazionale macedone avevano previsto due mesi di stop per quello stiramento ai flessori. Lui, invece, è guarito in un mese. Non solo, ha anche seguito una tabella di lavoro personalizzata che lo sta portando a trovare la condizione fisica ottimale.
E’ pronto per dare il cambio ad uno dei tenori. Pronto per segnare il primo gol in maglia azzurra. Pandev vi è andato vicinissimo (traversa a Cesena) ma non era ancora lui. A Napoli si era presentato senza aver svolto una preparazione estiva adeguata. Ora sta molto meglio. E smania dalla voglia di rientrare nella mischia. L’arrivo della Lazio c’entra fino ad un certo punto. E’ vero, qualche sassolino dalla scarpa se lo toglierebbe volentieri. A Lotito farebbe volentieri uno sgarbo. Quel lungo braccio di ferro, condotto a colpi di carta bollata e dispetti, sfociato poi nella risoluzione del contratto non è stato dimenticato.
SFIDA CON SE STESSO – Ma Pandev, che in estate scelse di approdare a Napoli e non a Genova per la vetrina della Champions, vuole recuperare bene per vincere una sfida con se stesso. Ha perso due anni della sua carriera per quel contrasto con la Lazio. E oggi vorrebbe dimostrare che a 28 anni può ancora dire tanto nel calcio che conta. Chissà, magari convincere il Napoli a riscattarlo dall’Inter a fine campionato. O anche trovare nuovi estimatori, come accadeva ai tempi della Lazio di Delio Rossi quando alla porta di Lotito bussarono Real Madrid e Bayern Monaco.
ANTIPERSONAGGIO – Il macedone è il classico calciatore che non ama apparire. Discreto, riservato, ma anche disponibile con tutti. Inoltre ha fatto anche tanta gavetta per sfondare (un esperienza in C1 allo Spezia, un’altra all’Ancona in A). Ecco perché Mazzarri l’ha preso a ben volere. Nonostante una carriera di tutto rispetto si è calato con umiltà nello spogliatoio del Napoli. Ha legato con i compagni. E non osa reclamare un posto da titolare perché sa di avere davanti a sé tre attaccanti di assoluto valore. Ma si tiene pronto per fare la sua parte. «Goran, preparati bene che sta per arrivare il tuo momento», «Hai fatto bene a rinunciare all’impegno in nazionale», gli ha detto Mazzarri. E Pandev scalda i muscoli. Il suo momento importante coincide proprio con il momento importante del Napoli, che si avvia a un calendario difficile e affascinante, tra campionato e Champions. Al San Paolo infatti sono in arrivo la Lazio, i suoi ex compagni, Kolarov e Balotelli, spazio per giocare ce ne sarà, questo è il momento di riprendersi l’appellativo di «Kung Fu».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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