Quello che avrà detto a Pechino resterà pur sempre un mistero. Il labiale di Goran Pandev è stato passato alla moviola migliaia di volta con esiti contrastanti e dubbi che rimangono. Restano, però, le due giornate di squalifica che, proprio sul più bello, hanno fermato il macedone, bomber estivo del Napoli (8 gol) e in forma smagliante.
Nel gruppo azzurro non è ammessa, si sa già, gente con il muso lungo. Il sontuoso attacco del Napoli, però, pretende delle scelte. E allora ecco che, quando tutti i napoletani in giro per il mondo con le proprie nazionali, torneranno a Castelvolturno, Mazzarri dovrà decidere chi, nel 3-5-1-1 avrà il compito di mettersi al servizio dell’intoccabile Edinson Cavani. Insigne sente odore di debutto in azzurro, Goran detto «il mago» cerca di portare la piccola Macedonia in Brasile: venerdì sarà in campo a Lubiana contro la Croazia.
Gli allenatori di solito si innamorano di quei giocatori che hanno fisico e piedi buoni. Di quei calciatori che sanno essere ovunque, che non si tirano indietro nei contrasti, che lavorano bene sui palloni alti e poi però sanno cosa fare con la palla tra i piedi e magari anche trovare la porta quando serve. Gli allenatori sono furbi e sanno che quando gli capita un giocatore così se lo tengono stretto. E se non ce l’hanno allora lo fanno cercare al loro diesse e pregano sperando che arrivi il nome giusto. Perché quando lo azzecchi e lui non ti tradisce succede che puoi permetterti di avere un equilibrio sul campo, cioè la base per fare bene, non allungarsi mai troppo e agire sulle ripartenze con cattiveria e concretezza, se hai anche esterni veloci e punte che fanno male.
Questo, nel cuore e nella mente di Mazzarri, è Goran Pandev. Il trequartista atipico, offensivo ma non sempre, di qualità ma più mezzala che seconda punta, il Napoli lo ha trovato sul mercato delle occasioni di lusso. Ripudiato dall’Inter la scorsa estate (e riscattato a peso d’oro, quasi 8 milioni di euro), volato via dalla Lazio dopo aver vinto una causa di mobbing con Lotito, Pandev vive per la prima volta dopo un bel po’ di anni in un clima di enorme serenità. All’Inter, prima con Mourinho e poi con Gasperini non andava più di moda; a Napoli, dopo un inizio difficoltoso, è riuscito a conquistarsi il posto da titolare, sorpassando persino Lavezzi nel finale di stagione.
Cavani con lui si trova a meraviglia e forse per questo Pandev ha deciso di non mollarlo neppure fuori dal campo: dopo 12 mesi il macedone cambia casa e si trasferisce nel parco del Vomero dove da dicembre dello scorso anno abita il Matador (e anche il portiere Rosati). E proprio Edi, a Panama con la Celeste, trova il tempo di sottolineare che «è vero, con l’Uruguay segno poco perché non gioco vicino alla porta come con il Napoli. Ma non è un problema».
Ovvio che Mazzarri sceglierà di volta in volta a seconda degli avversari, vedi sfida con il Parma, della forma, degli impegni ravvicinati in Europa League. Nel gioco delle coppie Pandev può alternarsi con Insigne. Chissà se i tifosi azzurri saranno costretti a dividersi nel più ambito dei ballottaggi.
Del ragazzo timido che abbassava immediatamente lo sguardo appena gli veniva posta una domanda in conferenza stampa, Goran Pandev ha mantenuto solo la gentilezza con la quale risponde. Per il resto è un’altra persona rispetto al passato, più maturo, sicuro dei propri mezzi e di quelli di un Napoli che vuole stupire. E che vuole essere una macchina da gol.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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