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Pandev strappa il pari, il Napoli rallenta

Il macedone riacciuffa un bel Siena in vantaggio con l’ex azzurro Calaiò

Quando tutto sembrava perso per gli azzurri, dopo l’errore di Cavani su rigore, è spuntato lui: Pandev, il salvaNapoli. Ha evitato che la squadra cadesse sul campo del Siena con il quinto gol nelle ultime otto partite. Sistemato oltre il dischetto dell’area, tardivamente affrontato dall’ex Contini, il macedone è riuscito a piazzare di testa il pallone nell’angolino sinistro, là dove Pegolo non è arrivato.
E proprio il secondo portiere dei toscani (Brkic infortunato) ha negato a Goran il raddoppio, al terzo minuto di recupero, respingendone da fuoriclasse il tiro piazzato. Questa fiammata finale ha evitato il ko del Napoli, che si era presentato con uno spirito da provinciale a Siena perché consapevole di attraversare una fase di appannamento. Mazzarri, per la prima volta, si è presentato con tre mediani perché a Inler e Gargano ha aggiunto Hamsik, rinunciando al suo apporto offensivo e affidandogli la marcatura di Bolzoni. Ma la protezione è stata adeguata fino a un certo punto perché i difensori sono in evidente difficoltà. Campagnaro, Aronica e soprattutto Cannavaro hanno concesso di tutto alla coppia formata da Calaiò, bomber delle due promozioni del Napoli dalla C1 alla A, e dall’ischitano Brienza.
L’arciere, diventato uno dei simboli del Siena, ha approfittato di questi sbandamenti per sfiorare due volte il gol nel primo tempo (cucchiaio al 40′ di poco alto e traversa al 43′) e per realizzarlo a metà della ripresa. L’azione che ha portato in vantaggio il Siena, che si era presentato con l’inedito modulo 3-5-2 e ha confermato di praticare un calcio piacevole e aggressivo, è stata lo specchio delle defaillance del Napoli. Inserendo Lavezzi all’inizio della ripresa per cercare il colpo esterno, Mazzarri aveva rinunciato al mediano Gargano e così si era creato un buco. Calaiò, sotto porta, non aveva approfittato del cross di Brienza, però sull’altro lato era spuntato Vergassola, marcato a distanza da Aronica e in grado di lanciare il pallone sul secondo palo, dove c’era ancora Emanuele, marcato male da Cannavaro: ha piazzato il pallone alle spalle di De Sanctis e poi non ha esultato, nel ricordo delle partite giocate in azzurro dal 2004 al 2008.
Gli impacci che non hanno consentito a Mazzarri di realizzare una serie positiva dopo le vittorie (con nove reti) su Genoa e Palermo sono quelli che tengono la squadra distante dal vertice della classifica. Al giro di boa sono scivolati al settimo posto, fuori dal giro Europa, dopo il rilancio della Roma e restano a nove punti dalla terza piazza. Poco lucidi e incisivi i difensori, il gioco sulle fasce è carente (Maggio in ombra) e il Matador Cavani non può sempre assicurare reti pesanti: prima del rigore fallito ha avuto lui le tre palle-gol. La squadra, dopo i rischi corsi nel primo tempo, ha alzato il ritmo e ha esercitato una maggiore pressione sulla difesa del Siena quando in campo è spuntato Lavezzi, a 33 giorni dall’ultima partita. Il Pocho ha recuperato la piena efficienza fisica e alla sua rapidità il Napoli non può rinunciare perché è l’arma con cui si possono scardinare le difese avversarie. Peraltro, c’è Pandev, che con i gol e la concretezza sta dimostrando di meritare ulteriori chance. Mazzarri vorrebbe avere problemi di scelta e di abbondanza, l’attacco è il reparto che non ha offerto problemi (alle spalle dei tenori, passati ormai da tre a quattro, c’è Vargas, il talento cileno in fase di maturazione).
Preoccupa il resto, in particolare, la flessione di difensori ed esterni, laddove l’ipotesi dei tre mediani può essere nuovamente proposta. Il tecnico, atteso mercoledì dal match di coppa Italia contro l’Inter e domenica dalla trasferta sul campo del Genoa, proverà a ripartire da quanto ha visto nella trequarti del Siena dopo l’ingresso di Lavezzi, bravo a procurarsi il rigore. E, a proposito, è stata una giornata da dimenticare anche per l’arbitro: Damato ha dato un penalty agli azzurri, quello sbagliato da Cavani, ignorando però le successive scorrettezze su Lavezzi e il Matador.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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