Nonostante quella faccia un po’ così e l’espressione un po’ così, lui, Goran Pandev, non ha voluto Genova. E il Genoa. Perché? Nessun pregiudizio, per carità, soltanto la prospettiva di respirare ancora l’aria della vetta e della Champions con il Napoli. Una scelta di mente e di cuore, quella di Goran, che nelle ultime due settimane, dopo un periodo tormentato dai problemi fisici, è tornato al gol in barba a un’astinenza di centosessanta giorni e ha ricominciato a mostrare sprazzi di luce della sua lampada geniale. Non è ancora il vero Pandev, cioè l’uomo che cambia le partite e inventa a ripetizione, ma il re macedone cresce e migliora. E con il Genoa davanti agli occhi, e il Milan che si avvicina, verrebbe da dire che momento più opportuno non avrebbe potuto scegliere.
LA CONFERMA – E allora dopo la pausa torinese del Matador, domenica al San Paolo Mazzarri reciterà di nuovo la formula (d’attacco) prediletta: Hamsik alle spalle di Cavani e Pandev. Per l’appunto. Stanco, stanchissimo dopo gli impegni con la Nazionale macedone eppure molto lucido, sabato all’Olimpico con il Torino: s’è gestito, da grande campione qual è, ha provato a far salire la squadra quando ha potuto e a seminare esperienza e sagacia. Missione compiuta e una conferma: dopo il gol-vittoria con l’Atalanta, una rete fondamentale sia per se stesso sia per la squadra, Goran sembra più che mai pronto a lasciare il segno nella corsa al secondo posto. Mosso anche da motivazioni personali.
IL RIFIUTO – Le prossime due, infatti, saranno partite piuttosto particolari per il mancino dell’Est: con il Milan vivrà anche una sorta di derby, avendo scritto meravigliose Ha ritrovato anche il gol contro l’Atalanta e aspetta la sfida ai rossoneri con motivazioni tutte particolari: il secondo posto e la Champions nel mirino…pagine di calcio con l’Inter di Mourinho, mentre al Genoa è legato da un episodio di mercato dell’estate 2011. Poco prima dell’accordo tra Moratti e De Laurentiis per il suo passaggio in azzurro, invocato a gran voce da Mazzarri, Pandev era praticamente stato ceduto al club di Preziosi nell’ambito dell’affare-Palacio: “No, grazie” , rispose cortese ma secco. E il presidente rossoblù tuonò: «Io non posso immaginare che giocatori come Pandev possano avere perplessità per venire al Genoa, dopo sono approdati fior di campioni» . A distanza di pochi giorni si vestì d’azzurro: tutto spiegato.
L’OBIETTIVO – Senza rancore, comunque, perché l’obiettivo di Goran era di giocare ancora in Champions e competere al top: in (quasi) due anni di Napoli ha sfiorato i quarti della regina delle coppe d’Europa, ha conquistato da grande protagonista la Coppa Italia, ha giocato, segnato e subito le decisioni arbitrali della finale di Supercoppa italiana a Pechino, ha sognato e forse ancora sogna lo scudetto e soprattutto lotta per difendere il secondo posto-Champions. Una scelta che ha pagato, a conti fatti. Ma anche un progetto da completare: a partire da domenica, quando al San Paolo riprenderà dal punto in cui ha aveva lasciato prima della sosta. Da quella corsa pazza di gioia, mimando con la testa e con le mani un “non-ci-posso-credere” per il gol (del 3-2 con l’Atalanta) ritrovato dopo centosessanta giorni di sofferenza. Tutto reale. Bisogna crederci. Sempre.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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