Destra e sinistra pari sono e sempre di caviglia trattasi: Goran Pandev c’è l’ha ancora un po’ «arrotondata» e gli dà noia, però intanto procede con gli ultrasuoni, si lascia manipolare; Lorenzo Insigne ha dovuto lasciare l’Under 21 a Siena, sente dolorini sparsi e però sa anche che ha davanti a sé un margine per recuperare. Per ora, a naso, Insigne sta meglio di Pandev, ma domani e fino a sabato chi può dirlo?Il macedone s’è fermato a Genova, costretto ad arrendersi ad un pestone: ha provato a resistere, è uscito per farsi medicare e poi è rientrato, non riusciva a poggiare il piede sinistro a terra ed ha lanciato la spugna. Insigne ha avuto un briciolo di buona sorte in più: la botta è stata contenuta da una buona dose di spray anestetico e se è stato capace di farsi cinquanta metri in contropiede, per segnare il 4-2 e fare la linguaccia al mondo, vuol dire che era in condizione di elevare la soglia del dolore. Poi, a freddo, si sa, le cose peggiorano: e la convocazione in Under 21 alla fine è servita solo per rivedere gli amici di sempre, soprattutto Ciro Immobile, compagno di scorribande con il Pescara.
Pandev conta sugli dei e pure le ore che separano dalla sfida di sabato sera, quella che lui ha attraversato come un derby nell’Inter di Mourinho: qualche possibilità concreta sopravvive, ma il sospetto che valga la pena dare il proprio assenso soltanto nel caso in cui le condizioni siano del tutto adeguate va valutato. Insigne ha cancellato qualsiasi pericolo di contatto con difensori avversari in virtù d’un manifesto gonfiore, ma al rientro a Napoli ha colto segnali incoraggianti. Pandev non era nella possibilità neanche di mettersi in viaggio, per farsi notare dalla sua Nazionale, e d’altro canto l’evidente zoppia mostrata anche dalla tv sottolineava il disagio fisico d’un attaccante spedito in infermeria dopo appena venticinque minuti. Pandev o Insigne: stavolta la parola passa alla caviglia, destra o sinistra che sia.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
