Ogni volta che Cavani non c’è, l’attacco del Napoli non ha mai brillato. Nella quarta sera senza il Matador, ecco che gli azzurri si scatenano. Tre gol al derelitto Pescara (che arriva dopo ieri sera a ben 70 gol subiti nella stagione) e un calcio alla Edi-dipendenza. Goran Pandev è il simbolo di una squadra che nonostante le difficoltà, ha stretto i denti e lottato come se fosse una provinciale. Il macedone ha segnato il quarto gol nelle ultime sei apparizioni. Si è sbloccato contro l’Atalanta dopo il lungo digiuno invernale e come un orso ibernato allo spuntare della primavere è tornato a correre. «Quello che era importante contro il Pescara erano i tre punti, poi se segnava un attaccante o chiunque altro non era cosa fondamentale».
È giusto che parli in questa maniera, il Pandev ritrovato. Non era un bomber in via d’estinzione, nonostante quasi quattro mesi senza vedere la porta. Quando la squadra ha avuto bisogno dei suoi gol, lui è tornato a brillare. «Noi siamo stati bravi a sbloccare il risultato nella ripresa e ottenere i tre punti. Io non penso al mio bottino di gol personale, penso al traguardo finale. Arrivare in Champions sarebbe bellissimo». Sesto gol anche per lui (come per Inler e Dzemaili, deve essere un numero speciale, questo) e eguagliato il suo primato della passata stagione. Lontanissimo quello assoluto, con la maglia della Lazio nella stagione 2008-2009 quando arrivò – difficile a credersi – a 14 reti. In panchina c’era Delio Rossi. «Cavani? È il nostro bomber, lui quando non c’è ci manca sempre ma non possiamo pensare di non vincere quando non c’è. Noi però lo aspettiamo contro l’Inter». In effetti, senza l’uruguaiano il bilancio è positivo: tre vittorie e una sconfitta. Quella di Bergamo. «Cosa manca per lo scudetto? Credo la continuità. In certi momenti, in certe gare, abbiamo sofferto molto. Ed è evidente che questo ha un peso nella classifica finale».
Lui è uno dei pochi che in questo Napoli lo scudetto lo ha già vinto. Con l’Inter. Lui sa quello che ancora deve fare il Napoli per colmare il gap. «In casa abbiamo sprecato punti impensabili. Ora mi viene in mente la sfida con il Bologna ma anche quella con la Sampdoria. Se vuoi stare in alto e lottare con le migliori fino alla fine quelle sono gare che devi vincere. In fondo come ha fatto la Juve». La ricetta, dunque, è facile: fare la voce grossa anche e sempre con le piccole. «Anche con il Pescara in alcuni tratti della gara siamo stati deludenti, non siamo stati all’altezza del nostro blasone. Però abbiamo vinto e siamo contenti. Sappiamo di essere a un passo dal traguardo, la Champions ha il valore dello scudetto. Non dobbiamo dimenticare le tante antagoniste che abbiamo avuto in questa stagione per il secondo posto: c’era il gotha del calcio italiano e noi in questo momento siamo davanti a loro».
Non si lusinga per il gol-gemello a quello fatto al San Paolo nel 3-3 con la Juve di un anno e mezzo fa. «Sì, è vero, gli somiglia. È un movimento che mi piace. Credo di aver fatto un bel gol». Non si tira indietro dinnanzi al progetto Napoli del futuro. «L’anno prossimo puntiamo allo scudetto, come è normale che sia. Ora però siamo felici del secondo posto e vogliamo tenerlo stretto fino a fine stagione».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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