NAPOLI – E allora, è tornato: prima punta, come gli piace; ed epicentro di un attacco che è pure un po’ suo. Certo, ci sarà Higuain; e alle sue spalle, indiscutibilmente, toccherà ad Hamsik; poi magari lui se la andrà a giocare a destra o a sinistra e comunque a governare una stagione da cinquanta partite circa con l’esperienza che non gli manca, ormai. Trent’anni e non sentirli affatto, perché adesso per Goran Pandev
comincia la sua terza stagione partenopea e non ci sono più dubbi sulla sua consistenza da top player, sul valore di un attaccante che ha vinto tutto – triplete compreso – e che con Benitez ha già avuto modo di giocare. Tanto per dire, piaccia o no, serva oppure no, Goran Pandev riparte da se stesso, si mette nel bel mezzo dell’amichevole con il Galatasaray, la apre a modo suo: segnando. In maniera inconsueta, vero, di testa: però che fa, alla fine ciò che dà un senso alla serata di un attaccante è il gol. «E a me mancava il san Paolo, perché due mesi di assenza erano stati troppi. Inutile dire che siamo contentissimi: è stata una buonissima partita».
RIECCOLO – E’ stata (anche) la partita di Goran Pandev, ispirato da Insigne e poi da solo, attraverso la conoscenza mnemonica di movimenti che con Benitez ha avuto modo di sviluppare nel semestre nerazzurro e che ora vanno attuati impegnandosi da subito, perché il campionato pare quasi alla porta e poi verrà la Champions: «Speriamo di fare grandi cose in questa stagione così intensa. Ora però dobbiamo semplicemente lavorare e seguire i consigli del mister. Con lui ho già vinto, mi auguro di farlo anche qui a Napoli».
ATTENZIONE – Sei anni dopo, niente più difesa tre, divenuto un must da Reja a Mazzarri e sistemata nell’angolino da Benitez, che ha un suo credo, una propria filosofia e una linea a quattro dalla quale non ha (quasi) mai derogato. Il Napoli è ripartito da lì, ovviamente: Mesto a destra, Cannavaro e Britos nel mezzo e poi Armero a sinistra. In realtà, dettagli esistenziali all’interno di un progetto tattico che si sviluppa senza che sia necessaria conoscere formule magiche: e per ridimensionare la portata di quello che rischia di diventare un “evento” tattico, ci pensa Pandev, con il disincanto di chi da dentro vive con maggior naturalezza aspetti normalissimi. «Sul modulo abbiamo lavorato tanto e tanto lavoreremo ancora. Penso che sia stata ben interpretato, in questa prima gara al san Paolo, ma è chiaro che si può fare meglio. Mancano una ventina di giorni per la prima di campionato e più di un mese per la Champions, tempo a disposizione ce n’è».
SFIDA – Un anno fa c’era Cavani, un mostro da centoquattro gol in tre stagioni; e stavolta è spuntato da mercato Gonzalo Higuain, mister quaranta milioni di euro. Però c’è pure Goran Pandev, che dal “suo” stadio è stato accolto con la considerazione mostratagli in passato ed al quale, per ricambiare, ha immediatamente confezionato un gol, magari inutile però sempre buono per ricordare che un attaccante in più è sempre preferibile averlo e che non ci saranno “duelli” da aspettarsi ma solo interessi comuni da coltivare. «Se posso mettere in difficoltà Benitez? Assolutamente no,adesso aspettiamo soltanto i nuovi, che ci daranno sicuramente una grande mano. Perché a tutti quanti noi interessa che sia una grandissima annata».
Fonte: Corriere dello sport
La redazione
F.G.
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