Ce l’ho, ce l’ho, mi manca: e sull’album di ognuno, in quel palmares personalissimo custodito nei ricordi, ogni medaglia ha un suo valore particolarissimo. Ce l’ho, ce l’ho, mi manca: e sfogliando la bacheca del Napoli, in quell’angoletto della casa in cui c’è spazio per le conquiste, di trionfi ne vivono, eccome, ma la voglia matta non s’è mai assopita ed il desiderio di risistemarsi una coccardina al petto è un virus. Pandev ce l’ha, per dirla tutta ne ha ben tre, una con la Lazio (ma guarda un po’, proprio contro Mazzarri) le altre due con l’Inter, in stagioni fantastiche, irripetibili, arricchite da triplete e argenteria varia che ne fanno, in assoluto, il re di coppe, il pluridecorato d’una squadra che si difende benissimo e che ora va all’attacco, perché è arrivato il momento di provarci.
AVANTI TUTTI – Napoli o Siena, questo il dilemma: ma per quei sessantamila e anche per se stessi, c’è una squadra che s’è messa in testa un’idea meravigliosa e che vuole accarezzarla fino in fondo, marciando poi su Roma, andando incontro alla festa e sperando di sublimarla. De Sanctis ce l’ha: è la supercoppa turca, con il Galatasary, ma è anche quella di casa sua, con la Juventus, la Vecchia Signora che gli ha regalato pure uno scudetto: ma volete mettere il significato, eventualmente, d’una conquista da protagonista, da numero 1? E poi ce l’ha anche Lucarelli, la guida «spirituale» di Lavezzi, il bomber non giocatore che sta spiegando a Lavezzi (e no, lui non ce l’ha) come si possa segnare di più, come si possa riuscire a vincere.
LA SCIA CILENA – Ma c’è chi ha ben altro: Aronica era agli inizi della sua carriera, ma nella Juventus dello scudetto ‘97-’98 riuscì ad infilare il suo piedino ed ebbe un pizzico di gloria. Lavezzi ha vinto un torneo di Clausura, Inler due scudetti svizzeri e due li ha vinti pure Dzemaili, che ha fatto in tempo, prima di sbarcare in Italia, di prendersi pure la coppa. Fernandez salutò i suoi amici dell’Estudiantes, in Argentina, dopo la sbornia con l’Apertura e in Colombia se n’è preso due Camilo Zuniga, capace pure di triplicare con la Clausura. Due scudetti per Gargano e due per Eduardo Vargas, l’ultimo campione d’importazione ed anche il più recente vincitore tra gli azzurri: aveva praticamente già firmato con il Napoli, quando vinse con l’Universidad du Chile il campionato e la Supercoppa. Ma quelli appartengono già al passato e poi c’è (sicuramente) posto nella vetrinetta sua e della compagnia che ha scelto di regalarsi una gita a Roma.
MESSAGGI – Napoli o Siena, chi può dirlo; ma c’è chi ha una storia personale per spedire messaggi diretti ai propri compagni in un viaggio meraviglioso, perché a Goran Pandev (a proposito: lui o il pocho? lui o Cavani? decide il medico), suggerimenti ne concede l’esperienza. Come dominare la tensione del prepartita, ad esempio; o come districarsi tra le insidie d’un match nel quale va prestata attenzione per evitare la trappola del gol (che vale doppio) da non subire; o come reagire, malauguratamente; o anche come affrontare psicologicamente l’impatto con il dentro o fuori, situazione che al Napoli s’è presentata con il Cesena (e la risolse il macedone) e con l’Inter (e ci pensò invece il doppio Cavani). Re per una notte dalla panca o dal campo: e intorno a sé amici, non sudditi, da erudire.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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