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Pandev non è solo un goleador ma anche uomo squadra

Il macedone con Cavani sta formando una coppia offensiva davvero formidabile

Cancellare Genova e il Genoa. Tornare a seminare avversari e terrore (sportivo, sia chiaro): Goran il terribile è pronto. C’era domenica, ci sarà con il Cesena: per tornare a vincere, per dettare la sua legge dopo una giornata nera come soltanto una sconfitta può esserlo. Beh, capita, il calcio è questo. E Pandev, dall’alto della sua carriera e della sua esperienza, lo sa perfettamente. E allora? Poche storie: lui, come tutto quanto fa Napoli, vuole tornare ad alzare le braccia al cielo. Da oggi.

BENE, BRAVO, BIS -Missione possibile. Più che possibile, quella del mercoledì del San Paolo: bissare la prestazione super di un’altra sfida con il Cesena, in Coppa Italia, neanche poi tanto lontana.  Era il 12 gennaio: Pandev sostituisce Vargas all’inizio del secondo tempo, sull’1-0 per i bianconeri, e cambia la partita. Propizia il pareggio di Cavani e poi, nei supplementari, s’incarica lui stesso di archiviare la pratica e lanciare l’assalto alla conquista della quarta Coppa Italia consecutiva. Salvando tutti da un incubo vero.
LA COPPIA -Sin dall’ultima passerella prima di Natale, del resto, l’accoppiata (dal primo minuto) con il Matador ha cominciato a funzionare che è un piacere. Numeri, please: 9 gol in due realizzati in 5 partite tra campionato e Coppa Italia. Per la precisione: graffio e poi assist a Edy per la sua doppietta con il Genoa all’andata; una rete a testa con il Palermo, alla prima dopo la sosta al Barbera, e poi con il Cesena in Coppa; gol di Cavani con il Bologna e gol di Goran con il Siena. Bilancio del testa a testa tra i due compagni: 5-4 per l’uruguaiano. Bella coppia.
LA STRANA SCOMMESSA – Pandev sa segnare, altro che storie, e di certo non è un solista: con il sinistro fa un po’ quel che vuole, e poi vede il gioco, conosce i movimenti, sa lanciare e verticalizzare.  Diverte, il signore. Uno che, come tutti quelli che hanno il genio del pallone nei geni, quando è in giornata può diventare letale, decisivo, risolutivo. Un camaleonte. Un fior di giocatore che, strani casi del calcio, è arrivato a Napoli quasi come una scommessa: lui, pupillo di Mourinho e protagonista del triplete nerazzurro? Proprio così.
L’INTUIZIONE – Beh, al di là di tutte le implicazioni, non è un caso che Mazzarri lo abbia voluto fortemente: lo ha chiesto, inseguito e ottenuto. Un’intuizione ripagata dall’uomo dell’Est con la moneta del sacrificio e dell’impegno: ha perso un bel po’ di chili e s’è messo a disposizione del gruppo.  E nessuno scandalo dinanzi a qualche mugugno: Pandev, che della Macedonia è il capitano e la star assoluta, come lo era anche alla Lazio, vuole giocare sempre e comunque. Ad andare in panchina non ci sta: ha vinto tanto e ha vissuto al top, d’accordo, ma ha ancora fame. Di vittorie, ovviamente.
L’UOMO – A Napoli ha conquistato tutti in un lampo: affabile, gentile, signore autentico. È così che lo racconta chi lo vive. Un uomo sorridente ma anche riservato: vita ritirata a Posillipo, qualche apparizione fugace sulle terrazze dei bar con vista mare della zona insieme con la moglie Nadica e i figli, e qualche cena in centro. E poi gli sms di Mou: i classici, ormai famosi e puntuali, sms riservati ai calciatori del cuore del portoghese.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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