Goran Pandev ha rilasciato un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. Ecco alcune dichiarazioni del macedone:
Il pareggio col Cagliari ridimensiona le ambizioni scudetto?
«Siamo delusi e dispiaciuti, volevamo chiudere l’anno con una vittoria. Ma il campionato e ancora molto lungo. Juve e Roma non perdono un colpo, sarà difficile, ma abbiamo il dovere di provarci fino alla fine».
Lotito, Moratti e De Laurentiis: Pandev, cosa regala ai presidentissimi?
«A Lotito altri cento gol come quello che gli ho fatto all’Olimpico due settimane fa. Moratti è un gentiluomo, la persona che mi volle all’Inter, che ha avuto fiducia in me e che mi ha sostenuto sempre. Per me resterà sempre lui il vero presidente nerazzurro. Sotto l’albero maglia con dedica speciale: quella che indossavo agli ottavi di Champions contro il Bayern di Monaco. Feci gol, fu bellissimo. A De Laurentiis non posso che regalare l’impegno massimo per la realizzazione del nostro obiettivo. Ecco, gli confezionerei in carta dorata lo scudetto».
Tre motivi per cui il Napoli vincerà il titolo.
«Perché siamo un gruppo forte, perchè ci crediamo. E anche perchè ci sono io in squadra!».
Tre motivi, invece, per non vincerlo.
«La Juventus è più forte; perchè per scaramanzia è meglio dire che non lo vinciamo. E, poi, perchè Pandev non gioca sempre!».
Torniamo ai regali: a Insigne ha scippato un rigore, una strenna è doverosa.
«Ci tenevo a superare i sei gol e battere un piccolo record; volevo poi far gol all’Inter, mia ex squadra, come era successo alla Lazio. So che ci è rimasto male. Ma è giovane ha tanto tempo per far gol. Però sotto l’abero gli metto il prossimo rigore da battere, così è contento».
Cannavaro è influenzato, anche professionalmente non se la passa benissimo. Sotto l’albero per il capitano cosa c’è?
(ride, Pandev). «Paolo è il nostro grande capitano, gli regalerei una foto con dedica di Benitez!!! Scherzo, ovviamente. Ma uno scudetto anche per lui va benissimo, così resta con noi e vince qualcosa di importante nella città dove è nato e con la maglia per cui tifa».
Lei ha vissuto il passaggio dalla vecchia alla nuova gestione. Come è cambiato il Napoli?
«La forza del Napoli è sempre stata il gruppo, era così con Mazzarri ed è così con Benitez. Certo, sono cambiati tanti giocatori, è arrivata gente esperta, di respiro internazionale. Credo che ci sia stata integrazione tra il vecchio e il nuovo, la differenza è che i nostri obiettivi oggi sono più alti».
Mazzarri e Benitez, uomini e metodi diversi.
«Sono entrambi bravissimi allenatori, Mazzarri è un maniaco del campo, è capace di farti riptere un movimento cento volte per fartelo capire bene. Benitez ci dà maggiore sicurezza, ci fa stare concentrati ma tranquilli. Ha tanta esperienza e si vede, si avverte. Si percepisce. Il mister se deve fare un rimprovero a un calciatore, non lo fa certo in privato, dice quel che pensa davanti a tutti. Ringrazierò comunque sempre Mazzarri, mi ha voluto al Napoli in un momento in cui ero in difficoltà e mi ha sempre dato fiducia».
L’anno sta per chiudersi, un voto al Napoli.
«Darei un otto, ad un certo punto l’anno scorso eravamo a due punti dalla Juve, poi ci siamo classificati secondi».
Un momento bello.
«La qualificazione diretta in Champions».
Un momento brutto.
«E’ recentissimo. Siamo usciti dalla Champions con dodici punti. Ancora non l’ho digerita questa cosa».
Un sogno per il 2014?
«Vincere un titolo col Napoli. Scudetto o Europa League».
Un sogno possibile?
«Certo, lavoriamo per questo».
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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