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Pandev, l’urlo da Champions

Dopo mesi difficili, il macedone si sta prendendo le sue rivincite

Tutti ai piedi di Re Goran. Al piede sinistro lustrato dal pallone che, domenica, ha più che virtualmente rispedito il Napoli nel firmamento delle stelle d’Europa, facendo anche partire un assaggio delle note della musica più famosa del mondo calcio continentale. Canta Napoli, magari non ancora a squarciagola ma canticchia. Scalda la gola e allena l’ugola, pronta a lanciare quell’urlo da Champions che ha fatto il giro del globo e tremare i polsi anche ai più grandi del calcio capitati dalle parti del San Paolo nelle notti di coppa. Bravi gli azzurri. Bravissimo Goran Pandev. Freddo, decisivo: azione superba, tre tocchi, Zuniga-Hamsik, esterno e via. Milan terzo più che mai e in ginocchio. E, lui, il re macedone, a correre con la testa inclinata e gli occhi di fuoco, urlando tipo Munch ma di gioia. Di Champions. 

DECISIVO – E allora, il racconto di un successo quasi annunciato: perché era troppo in palla, Goran; perché certe cose sono nell’aria anche una settimana prima. Perché Mazzarri raramente sbaglia una scommessa: «Pandev è la base del nostro progetto» , disse d’estate. Beh, in questo caso, più che credere in una scommessa ha dovuto semplicemente assecondare il talento, la fantasia, il genio sregolato di un fuoriclasse che al calcio non ha dato tutto quello che le sue doti promettono ogni volta che tocca un pallone. Una delizia, il Pandev-motiv; una bacchetta magica il suo sinistro. E poi, la personalità: non è forse un caso che il macedone, coprotagonista del Triplete interista del maestro Mourinho, abbia scritto la fine della sfida con il Milan, e benedetto a suon di gol decisivi l’ultimo mese del Napoli. 

LA CENA CON DEKI – Ventotto i giorni utili a dire la verità: dal 17 marzo al 14 aprile. Dalla domenica con l’Atalanta a quella con il Milan. Allo scontro diretto: tre le reti messe in fila in quattro partite, con i nerazzurri, il Genoa e gli inseguitori di Allegri. Colpi da biliardo oppure di rabbia a porta spalancata, ma colpi fondamentali che hanno propiziato vittorie, serenità e conferme. Tre gol in un mese, roba da Pandev: «Quando fisicamente stai bene, la musica è diversa». Ecco, sì, il guaio della sua stagione, cominciata alla grande tra la finale di Pechino e l’Italia a suon di gol d’autore (vero Buffon?) e assist, a un certo punto è diventata un incubo per questioni fisiche: i tormenti della caviglia sinistra, i denti stretti, le difficoltà oggettive, il rientro dopo un lungo stop. E le critiche. Mazzarri? Neanche una piega: ha insistito e ci ha creduto, perché sapeva quanto necessario fosse Goran, e alla fine ha festeggiato due volte. Gran giornata la domenica milanese. Anche per l’amicizia: l’occasione di rivedere una città a cui lui è rimasto molto legato, e anche qualche amico speciale. Come Dejan Stankovic: d’obbligo la cena con Deki, avvistato già la mattina nel ritiro azzurro, e con qualche altro vecchio amico milanese. 

CON I BABY – A proposito di cene: nel giorno della finale di Coppa Italia Primavera è impossibile non raccontare con quanta gioia Pandev stia aspettando la sfida degli azzurrini con la (piccola) Juve. Sì, perché lui per i giovanotti di Saurini è un vero punto di riferimento: consigli quotidiani, pacche sulle spalle per tutti e addirittura qualche cena insieme. Il fuoriclasse e i ragazzini: leader vero, Goran, uno che ha vinto tantissimo, facciamo tutto; uno che in patria considerano una leggenda ma che ha ancora l’umiltà e l’entusiasmo di sedere in mezzo ai giovani e di offrire la cena. Del Pandev uomo si conosce poco, rispetto al calciatore, ma certi episodi bastano a spiegare quel che serve. Oggi lui sarà al San Paolo a fare il tifo insieme con i compagni; e prima ancora in campo per l’allenamento a porte aperte che inaugura la settimana del Cagliari. Altra giornata per il Napoli di Goran. 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

 

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