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Pandev-Insigne gol d’oro

I due attaccanti di scorta non vorranno far rimpiangere Cavani

La prima volta che si ritrovarono assieme, uno a fianco all’altro, si guardarono, si capirono al volo e scoprirono che, alè, erano fatti l’uno per l’altro. La felicità è un attimo o, per la precisione, i due minuti che servirono a Pandev e ad Insigne per ritagliarsi un post-it nel loro (personalissimo) campionato, quello spicchio di luce lasciato da un Cavani stellare, accecante, abbagliante, entusiasmante, e pure incomparabile nella sua maestosità: però, in Napoli-Parma, 2 settembre mica una vita fa, mentre la sfida stava per scomparire, pur nell’incertezza, la strana coppia riuscì a scorgere i margini di un’intesa regale, giocata sul filo della padronanza tecnica che ad entrambi abbonda. Napoli 1, Parma 1: palla nello stretto, al limite area; dai e vai ispirato da Insigne, «cucchiaino» sontuoso di Pandev, e quel monellaccio, allevato da Zeman a buttarsi dentro, governa la traiettoria, la doma e poi, zac, di «piattone» destro la mette sul primo palo, dopo aver finto di cercare l’angolo lontano.

LA STAFFETTA – Poi è divenuto tutto «terribilmente» più complicato re incontrarsi e Pandev e Insigne si sono scoperti gli elementi perfetti – dal punto di vista tattico – per dar vita alla staffetta offensiva: il primo cambio diviene lo scugnizzo di Frattamaggiore, che s’intrufola nei match proprio per far respirare quel «triplettista» (all’epoca di Mourinho). Succede con la Lazio; si verifica poi anche a Marassi contro la Sampdoria; e, annunciato, l’avvicendamento va pure in scena con l’Udinese al san Paolo. Sono le leggi delle gerarchie, che cadono però quando el matador si ferma con il Chievo ed a Bergamo.
IL RIBALTONE – L’uno e l’altro impari sono: perché Pandev ha una sua ricca storia professionale alle spalle, ha l’esperienza di chi ne ha viste tante e che però ora che sono anche troppe, comincia un po’ a deambulare. A Genova, si accorciano le distanze e l’irruzione prepotente di Insigne in una sfida da cuore e batticuore rimette in discussione l’ordine costituito: Pandev s’è dovuto arrendere ad una distorsione e gli scugnizzi, si sa, non lasciano che il tram passi senza salatrici su in corsa. Insigne palleggia in area e manda Mesto in porta, poi si lascia lanciare da Cavani in una ripartenza che appartiene al vocabolario del calcio di Mazzarri: è 2-4, con qualche graffio sul copione.
L’ALLEANZA – Il dibattito si apre, le consolidate sicurezze vacillano e Insigne si ritrova titolare con il Milan, complice l’infortunio di Pandev: tanto per gradire, ci mette il destraccio che vale l’illusione del 2-0, che nella classifica cannonieri rappresenta il sorpasso nei confronti del titolarissimo; e poi, per solidarietà, si azzoppa pure lui. Ma Cagliari-Napoli è all’orizzonte e bisogna scrollarsi da dentro la sofferenza, bisogna combattere l’emergenza per l’assenza di Cavani: rieccoli a voi, quindi, uno a fianco all’altro, con i loro guizzi, la loro inventiva, le loro caviglie ciondolanti, la capacità di attaccare lo spazio, di giocare in fazzoletti di terreno, di scoprire che, oplà, restano fatti l’uno per l’altro. Pandev e Insigne: il Napoli è loro.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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