La prima volta che si ritrovarono assieme, uno a fianco all’altro, si guardarono, si capirono al volo e scoprirono che, alè, erano fatti l’uno per l’altro. La felicità è un attimo o, per la precisione, i due minuti che servirono a Pandev e ad Insigne per ritagliarsi un post-it nel loro (personalissimo) campionato, quello spicchio di luce lasciato da un Cavani stellare, accecante, abbagliante, entusiasmante, e pure incomparabile nella sua maestosità: però, in Napoli-Parma, 2 settembre mica una vita fa, mentre la sfida stava per scomparire, pur nell’incertezza, la strana coppia riuscì a scorgere i margini di un’intesa regale, giocata sul filo della padronanza tecnica che ad entrambi abbonda. Napoli 1, Parma 1: palla nello stretto, al limite area; dai e vai ispirato da Insigne, «cucchiaino» sontuoso di Pandev, e quel monellaccio, allevato da Zeman a buttarsi dentro, governa la traiettoria, la doma e poi, zac, di «piattone» destro la mette sul primo palo, dopo aver finto di cercare l’angolo lontano.
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