Il disco dell’estate. Canta Goran Pandev, l’usignolo azzurro. Acuti che squarciano le difese. Cinque gol in cinque partite. Uno di media. Anzi, media da numero uno. Pure se sono amichevoli ed é calcio d’agosto, segna sempre lui. Gioca e la butta dentro. Senza distinzioni di categoria, avversari e stadi. Dal campetto di Dimaro all’Emirates di Londra passando per il San Paolo. Par condicio Pandev: segna a tutti e per tutti. Un anno fa partì fortissimo con Mazzarri. Stavolta è tutto di Rafa Benitez. S’erano lasciati Rafa non ha avuto difficoltà a confessare: «Ho ritrovato un giocatore che in passato non conoscevo. E’ forte so che posso contarci…»tre anni fa all’Inter.
E non s’erano disperati. Pandev era un fedelissimo di Mourinho. Benitez, il successore. Solo qualche mese insieme, due coppe vinte (Pandev marcatore in tutt’e due le finali contro la Roma e gli africani del Mazembe), eppure una conoscenza tecnica e personale limitata, quasi superficiale, condizionata da un cambiamento che sembrò una rivoluzione.
BENITEZ – Pareva insomma una parentesi e basta, una delle tante di una carriera. E invece rieccoli, ancora. Goran e Rafa. A Napoli. Forse diversi, di sicuro consapevoli di quel che è adesso il progetto, il loro peso in campo e nello spogliatoio, e soprattutto le motivazioni. Enormi. «Ho ritrovato un Pandev che non conoscevo. Mi ha sorpreso positivamente. So che posso contarci» . Ed eccolo allora. Pandev. Il solista azzurro di quando c’erano i tre tenori. Quello che più di altri, col piede, sapeva fare gorgheggi. Lui come nessuno, sussurrano i compagni. Pandev fortissimamente Pandev, e da subito. Ha stupito. Già in condizione, tirato a lucido, corre, fa gol e soprattutto gioca ovunque. Centravanti, dietro la prima punta o anche esterno. Nel 4-2-3-1 è il jolly vero. È il falso vero “nueve’ di un Napoli alla spagnola. Pandev alle spalle di Calaiò, un passo dietro Higuain ma anche da solo là davanti, riferimento unico, da bomber, con una freddezza sotto porta che ha messo dubbi al mercato. «Vuoi vedere che ci basta lui…» . Pandev l’uomo in più. Il dodicesimo titolare. Alternativa ad Hamsik in teoria, titolarissimo quando gioca così. Dategli una maglia e un pezzetto di campo. E passategli il pallone. Cinque reti per cominciare. E’ partito alla grande, come un anno fa con Mazzarri Poi l’infortunio alla caviglia lo ha condizionato. Domani c’è il Benfica: vuole fare 6E non fermarsi
stavolta.
SFORTUNA – Accadde l’anno scorso. Era l’erede di Lavezzi. Voluto, designato, praticamente imposto da Mazzarri. Pandev il top player fatto in casa. Riscattato dall’Inter. Contratto prolungato, ingaggio spalmato e il ruolo di chi sapeva che doveva fare la differenza, sin dall’estate. E così fu. Reti e grandi giocate. Il San Paolo ai suoi piedi. Anzi, al suo sinistro. Decisivo, entusiasmante fino a che la caviglia ha fatto crac. S’è storta, gonfiata, e per tanto tempo l’ha tormentato. Un pungolo continuo. Un marcatore asfissiante che non l’ha mai mollato fino a Primavera, quando poi è sbocciato di nuovo. «Ho giocato con le infiltrazioni. Sapevo che Mazzarri puntava su di me e mi sono sacrificato. Ma l’esperienza mi è servita: giocherò solo quando starò veramente bene» . E ora, Pandev, è in forma. È il “più” di tutte le pagelle d’agosto. Il fisico l’aiuta, il talento fa tutto il resto. Ogni gol è una clip da riguardare: play, stop, rewind e play di nuovo. Ogni rete è da raccontare. Abilità e freddezza contro Feralpi Salò e Carpi. Di testa col Galatasaray per il debutto totale al San Paolo: prima partita, prima azione e primo gol stagionale azzurro a Fuorigrotta. Finezza e lucidità con l’Arsenal, preciso su rigore col Porto. Cinque gol. Tutti con un’esultanza appassionata, di chi è sempre più “napoletano” , di chi poteva (e potrebbe ancora) andare altrove, eppure ha scelto Napoli. Rinunciando a soldi e opportunità diverse. «Questa città mi è entrata dentro, sto bene. Con questa maglia voglio vincere e segnare di più» . Lo scudetto l’obiettivo che è il sogno di tutti; la doppia cifra di gol il traguardo che è invece una missione personale. Sessantatrè presenze e dodici reti in due stagioni. Sei a campionato. Col Benfica, domani, può eguagliare il record nelle amichevoli. Per batterlo avrà invece un anno intero. Un altro anno di Goran Pandev.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
G.D.S.
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